Oggi sono due mesi che a Gaza non entrano camion con cibo, medicinali e carburante. Dal 2 marzo Israele ha bloccato l’accesso dei beni essenziali nella Striscia e le scorte sono agli sgoccioli.
“Quasi 3.000 camion Unrwa con materiale salvavita sono in attesa fuori Gaza. Ma l’assedio che blocca il loro ingresso continua. Un milione di bambini dipendono dagli aiuti, e senza di essi la loro vita è in pericolo. I varchi devono riaprire e l’assedio deve essere revocato”, è l’appello dell’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino oriente.
No humanitarian or commercial supplies have entered Gaza for nearly two months.
Food stocks are running out. Aid remains stuck outside Gaza, ready to move.
UNRWA and partners have lifesaving assistance waiting at the borders.
Border crossings must reopen. People in Gaza cannot… pic.twitter.com/BBHOzizmQo
— UNRWA (@UNRWA) May 1, 2025
E’ già passata una settimana da quando il Programma Alimentare Mondiale (PAM) delle Nazioni Unite ha comunicato di aver esaurito tutte le sue scorte alimentari per le famiglie di Gaza: “Oggi, il WFP ha consegnato le ultime scorte alimentari rimanenti alle cucine calde della Striscia di Gaza. Si prevede che queste cucine esauriranno completamente il cibo nei prossimi giorni”, scriveva in una nota il 25 aprile scorso. Secondo quanto fa sapere il Pam, nella Striscia i prezzi dei prodotti alimentari sono saliti alle stelle “fino al 1.400% rispetto al periodo del cessate il fuoco e i prodotti alimentari essenziali scarseggiano”, e si ritiene che a subirne le conseguenze saranno principalmente le “popolazioni vulnerabili, tra cui bambini sotto i cinque anni, donne incinte e in allattamento e anziani”.
WFP has run out of food in #Gaza as borders crossings remain closed.
Two million people inside Gaza rely entirely on food assistance to survive. The situation is at breaking point.
We need food to reach Gaza. We need access — now. pic.twitter.com/RMpUpXyXrh
— World Food Programme (@WFP) April 27, 2025
La malnutrizione, già molto diffusa a causa della guerra, secondo l’Onu è in forte crescita: a marzo scorso sono stati registrati 3700 casi tra i bambini, l’80 per cento in più rispetto a febbraio, ed è un dato probabilmente sottostimato, perché non tutti riescono a fruire dell’assistenza medica.
In base al diritto internazionale, Israele deve consentire gli aiuti alla popolazione di Gaza. Far morire di fame intenzionalmente i civili è un crimine di guerra.