Domenica si sono tenute le elezioni in Romania, Polonia e Portogallo.
Nella corsa alla presidenza in Romania è stato Nicusor Dan, liberale e filo-europeo, ad ottenere la vittoria con il 53,6% dei voti. Circa 11,5 milioni di rumeni hanno votato al ballottaggio di domenica e Dan ha ottenuto il sostegno di oltre sei milioni di loro, battendo il candidato nazionalista di destra George Simion, leader del partito di estrema destra AUR, che aveva ottenuto più voti al primo turno, cavalcando l’onda della rabbia dei rumeni che avevano visto la corsa presidenziale annullata alla fine dell’anno scorso a causa delle accuse di ingerenza russa.
In Portogallo, dopo che il governo ha perso la fiducia a marzo, si è ritornati al voto per la terza volta in tre anni, e la coalizione del centrodestra del primo ministro uscente Luís Montenegro ha vinto alle elezioni generali. Risultato sorprendente quello registrato per il partito populista di destra Chega, che ha ottenuto il 22,6 per cento dei voti e lo stesso numero di parlamentari del partito Socialista, che è invece il grande sconfitto di queste elezioni portoghesi.
In Polonia invece si deve andare al ballottaggio. Si tornerà al voto il prossimo primo giugno. A contendersi la presidenza polacca saranno il candidato del centrodestra (coalizione al governo) Rafał Trzaskowski, che al primo turno di ieri ha ottenuto il 31,2 per cento dei voti, e quello del partito di estrema destra, Diritto e Giustizia (PiS), Karol Nawrocki, a cui è andato il 29,7 delle preferenze.