La Cisgiordania fa parte, insieme alla Striscia di Gaza, dei territori palestinesi. Ma dalla guerra in Medio Oriente del 1967, Israele l’ha occupata con 160 insediamenti, che ospitano circa 700mila ebrei. Ora il gabinetto di sicurezza israeliano, l’organo che si occupa delle questioni di politica estera e di sicurezza, ha approvato altri 22 insediamenti ebraici.

A darne notizia sono stati il il ministro della Difesa Israel Katz e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, secondo i quali diversi degli insediamenti già esistevano ed erano quindi illegali, perché costruiti senza l’autorizzazione del governo, e ora si procederà solo a legalizzarli.

“Con un lavoro faticoso e una leadership ostinata siamo riusciti con l’aiuto di Dio a creare un cambiamento strategico, a riportare il paese d’Israele sulla via della costruzione, del sionismo e della visione. L’insediamento nel torrente dei nostri antenati è il muro protettivo del paese Israele – Oggi abbiamo fatto un enorme passo verso il suo rafforzamento. Il prossimo passo – la sovranità!”, dice Smotrich sui social annunciando la decisione, ormai senza più celare le intenzioni sue e del suo governo.

“Questo intervento impedisce la creazione di uno Stato palestinese che metterebbe in pericolo Israele”, ha detto Katz. Per l’organismo israeliano di controllo anti-insediamenti Peace Now sarebbe un modo per consolidare “ulteriormente l’occupazione” israeliana.

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