Una visita lusinghiera quella di Benjamin Netanyahu a Washington. Ospitato ieri, 7 luglio, presso la Casa Bianca, il premier israeliano ha consegnato una lettera al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, seduto di fronte a lui, comunicandogli di averlo candidato al premio Nobel per la Pace: “Voglio presentarle, signor presidente, la lettera che ho inviato al comitato del Nobel. È una candidatura al Nobel per la Pace, cosa più che meritata”, ha detto Netanyahu.


Trump che da tempo agogna l’onorificenza, visibilmente stupito, lo ha ringraziato: “Wow, grazie, non lo sapevo, grazie. Da parte tua ha un grande valore. Grazie Bibi”. Al tavolo si è discusso anche della guerra a Gaza. Nei giorni scorsi Hamas ha dato una “risposta positiva” a una proposta di cessate il fuoco di 60 giorni degli Stati Uniti, ma ha chiesto di rivedere alcuni aspetti, modifiche considerate inaccettabili da Netanyahu. Il  presidente degli Stati Uniti ha espresso fiducia nel fatto che Hamas fosse pronta ad accettare un cessate il fuoco a Gaza. “Vogliono un incontro e vogliono questo cessate il fuoco”, ha detto ieri a Washington.

Mentre Netanyahu consegnava la sua lettera a Trump, elogiandolo per il suo impegno a favore della pace, le forze di difesa israeliane continuavano a uccidere decine di palestinesi a Gaza. Ieri bersaglio degli attacchi sono stati anche una tenda che ospitava sfollati nel campo profughi di Nuseirat e un punto di distribuzione degli aiuti a nord di Rafah.

“Il presidente Trump ha una visione brillante. Si chiama libera scelta. Se le persone vogliono restare, possono restare, ma se vogliono andarsene, dovrebbero poterlo fare. Non dovrebbe essere una prigione. Dovrebbe essere un luogo aperto, e dare alle persone la libera scelta”, intanto diceva a Washington Netanyahu approvando il trasferimento in massa della popolazione palestinese da Gaza, piano che era stato proposto dal presidente Trump.
“Stiamo lavorando a stretto contatto con gli Stati Uniti per trovare Paesi che si impegnino a realizzare ciò che dicono sempre: dare ai palestinesi un futuro migliore. Ci stiamo avvicinando alla scelta di diversi Paesi, e questo darà ai palestinesi la libertà di scelta”, ha aggiunto il premier israeliano.

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