Gli attacchi degli Stati Uniti in Iran sono stati condannati dai paesi arabi. L’Oman, Paese che era impegnato nella mediazione tra gli Stati Uniti e l’Iran nei colloqui sul nucleare che erano in corso prima che Israele provocasse la guerra contro Teheran, ha affermato di “auspicarsi che tutte le parti agiscano con saggezza e moderazione in questo momento”.

Per il ministero degli Esteri del Qatar le attuali “pericolose tensioni porteranno a ripercussioni disastrose a livello regionale e internazionale”. Si è trattato di una “violazione della sovranità dell’Iran” per l’Arabia Saudita, che ha sottolineato la “necessità di moderazione” e ha invitato la comunità internazionale “a raddoppiare gli sforzi in queste circostanze estremamente delicate per raggiungere una soluzione politica”.

L’Egitto ritiene che “l’unica via d’uscita dalla crisi” sono “le soluzioni politiche e i negoziati diplomatici, non una soluzione militare”. Teme che un’escalation delle tensioni “minaccerebbe la sicurezza e la stabilità in più di una regione e in più di un Paese”, il presidente del Libano, Joseph Aoun.

Condannano l’attacco americano all’Iran, la Cina e la Russia. “Questa mossa degli Stati Uniti viola gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale”, ha dichiarato il ministero degli Esteri della Cina, Wang Yi.

“La decisione irresponsabile di sottoporre il territorio di uno Stato sovrano ad attacchi missilistici e dinamitardi, a prescindere dalle argomentazioni addotte, viola gravemente il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”, ha dichiarato il ministro degli esteri della Russia, Lavrov, su Telegram. “Il rischio di un’escalation del conflitto in Medio Oriente – ha aggiunto -, già travolto da molteplici crisi, è aumentato significativamente”. “Chiediamo la cessazione delle aggressioni e l’intensificazione degli sforzi per creare le condizioni affinché la situazione torni in un canale politico e diplomatico”. Per Mosca gli attacchi contro l’Iran “hanno inferto un duro colpo alla credibilità del Trattato di non proliferazione nucleare”.

In Europa, invece, il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, si è espresso a favore degli attacchi Usa, affermando che “gli Stati Uniti hanno adottato misure per ridurre” la minaccia nucleare iraniana, una “una grave minaccia per la sicurezza internazionale” e ha invitato l’Iran a “tornare al tavolo dei negoziati”.

Starmer ha detto che gli Stati Uniti avevano avvisato il Regno Unito degli attacchi, con un “debito preavviso”, e che il suo governo ha preso provvedimenti per garantire che i beni, il personale e gli interessi britannici nella regione siano protetti. Sulla possibilità che il Regno Unito possa essere coinvolto nella guerra qualora l’Iran attaccasse direttamente gli Stati Uniti, il primo ministro britannico ha risposto che “non intende fare speculazioni”.


Nessun sostegno esplicito agli Stati Uniti da parte dell’Unione Europea. Kaja Kallas, l’Alta rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri ha detto che i ministri degli Esteri europei si incontreranno domani per decidere come reagire al bombardamento statunitense dell’Iran. Kallas ha esortato “tutte le parti a fare un passo indietro, a tornare al tavolo dei negoziati e a evitare un’ulteriore escalation”.

In Italia la premier Giorgia Meloni ha detto di aver “convocato d’urgenza e presieduto questa mattina una conferenza telefonica tra componenti del governo e vertici dell’intelligence”. “La crisi – ha affermato – è al centro dell’attenzione dell’esecutivo in tutti i suoi risvolti, dalla situazione dei connazionali nella regione, con cui la Farnesina è in costante contatto, agli effetti economici e di sicurezza”.

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