Fonte foto: Nessuno tocchi ippocrate

Secondo quanto riporta il bollettino giornaliero della Regione Campania, sono 590 i posti disponibili in terapia intensiva per i pazienti Covid. Ma negli ospedali c’è difficoltà a trasferire nelle rianimazioni i positivi al Sars-Cov2. Secondo quanto ci riportano fonti ospedaliere, di posti letto in terapia intensiva non se ne trovano sul territorio regionale.

🔴 COVID-19, IL BOLLETTINO ORDINARIO DELL’UNITÀ DI CRISI DELLA REGIONE CAMPANIA

Questo il bollettino di oggi:

Positivi…

Pubblicato da Regione Campania su Venerdì 6 novembre 2020

“Io ho da tre giorni un paziente ricoverato in terapia intensiva, Covid positivo, e non riesco a mandarlo da nessuna parte in regione, perché non c’è posto. E ci sono anche altri miei colleghi in vari presidi della regione Campania che non riescono a trasferire i pazienti in terapia intensiva Covid”, ci rivela un medico. Per tutelarlo, non ne sveliamo l’identità.

Secondo quanto ci è stato anticipato, i sindacati che rappresentano gli operatori sanitari sarebbero pronti a intraprendere azioni dirette a fare chiarezza sull’incongruenza esistente tra i dati forniti pubblicamente dalla Regione e la realtà che gli operatori sanitari stanno vivendo nei nosocomi campani.

Ambulanze in fila e pronto soccorso pieni

Un grido d’aiuto arriva oggi anche dal mondo del 118. “Nessuno Tocchi Ippocrate”, associazione nota per le sue denunce social di aggressioni al personale sanitario, ha pubblicato foto di ambulanze in coda all’esterno di due ospedali napoletani e ha affermato: “La situazione della assistenza primaria è arrivata al limite della forza fisica del singolo operatore. Molti mezzi di soccorso vengono soppressi per carenza di personale ed il carico degli interventi si sposta su quei pochi mezzi in servizio che devono fronteggiare due pandemie: quella Covid e quella No Covid”.

“Abbiamo bisogno di uomini e mezzi – conclude l’associazione – e non di mezzi uomini (stremati dal carico dei turni da coprire). Non servono solo rianimatori, servono anche medici ed infermieri del 118”. Ci sono ambulanze rimaste in attesa anche per 12 ore, per poi essere trasferite in altre strutture, come testimonia Eugenio che ha aspettato in coda a Castellammare, invano. “Ho mia zia che con il balcone affaccia sul pronto soccorso del Cardarelli. Questa scena si ripete da giorni, purtroppo è così”, conferma poi Chiara a chi esprime dubbi sulle problematiche che si stanno manifestando nei pronto soccorso.

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