Dopo la lettera dell’anestesista dell’ospedale del Mare, alle dure accuse ai medici proferite da De Luca durante il consueto appuntamento settimanale del venerdì rispondono anche i sindacati di categoria. Il presidente della Regione Campania ieri ha attribuito a qualche medico “farabutto” la responsabilità dei problemi che il 118 incontra nel reperimento di posti liberi nelle terapie intensive. Ma i medici non ci stanno a subire, inermi, un attacco così grave e chiedono un “cambio di passo”.

Le segreterie regionali di Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cimo, Cgil Fp Medici e Dirigenti sanitari, Federazione Cisl medici, Uil Fpl Medici, Fvm, Fassid, Fesmed e Anpo Ascoti Fials Medici, hanno scritto a De Luca per replicare all’attacco subìto.

“Restiamo attoniti, stupiti – scrivono i firmatari – dalle dichiarazioni di chi dovrebbe tutelare i medici e gli operatori sanitari che identificano seppur in minima parte la classe medica come “farabutta”. Quei “farabutti” reggono da anni un sistema sanitario regionale alla canna del gas, a causa di “veri farabutti” che hanno violentato, distrutto, utilizzato la sanità come un bancomat”.

“Quei “farabutti” – proseguono i sottoscrittori – in questo stato di crisi si sono caricati sulle spalle la cura di migliaia di pazienti nonostante disservizi e disorganizzazione, pagando un prezzo altissimo. Quei “farabutti” rischiano ogni giorno, a causa della sordità congenita istituzionale, la vita sul campo e nonostante tutto ci sono e non si tirano indietro. Quei “farabutti” hanno lavorato fino ad oggi con un bavaglio a causa dei turni massacranti, del senso di impotenza e di frustrazione e dello spirito di abnegazione, ancor più che di decreti spazzatura. Per tali ragioni rigettiamo con forza e con rabbia ogni illazione o accusa”.

“Le parole – affermano – in questa crisi pesano come macigni, soprattutto se provengono dalle stesse Istituzioni che dovrebbero tutelarci. Tali illazioni non fanno altro che alimentare, in modo del tutto ingiustificato,  una rabbia da parte della popolazione  verso gli operatori sanitari che ogni giorno, con abnegazione svolgono il  loro lavoro, quando in  questo momento servirebbe infondere alla popolazione fiducia e tranquillità”.

“Siamo stanchi – concludono – di illazioni. Signor presidente De Luca, se ha prove di farabutti vada in Procura e sporga denuncia, noi ci costituiremo parte civile. Non bastano le scuse, non basta la solita rettifica. Chiediamo con forza un cambio di passo. Chiediamo con forza diverse modalità di azione e di pensiero da parte di una classe dirigente che continua a non ascoltare chi sul campo ci rimette salute e vita. La pazienza è finita. La misura è colma”.

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