Fonte foto: screenshot video

L’ultimo bilancio aggiornato sulle vittime parla di 119 morti, persone che hanno perso la vita a causa delle piogge monsoniche che si sono abbattute sul Pakistan. La regione più colpita è stata quella di Khyber Pakhtunkhwa. Anche la provincia del Sindh, nel sud-est del Paese, è stata devastata. I fiumi hanno rotto gli argini provocando in molti casi potenti inondazioni improvvise. Migliaia di persone sono fuggite dalle loro case.

Vicino alla città di Larkana, migliaia di case di fango sono sprofondate sott’acqua. Sono visibili per chilometri solo le cime degli alberi. In molti villaggi ci sono famiglie senza cibo. Dove c’è da mangiare, manca il denaro per la sopravvivenza quotidiana. Alcuni bambini avrebbero già sviluppato malattie trasmesse dall’acqua.

Il Pakistan è in ginocchio. Il primo ministro Shehbaz Sharif ha annunciato una sovvenzione di 10 miliardi di rupie (45 milioni di dollari) per coloro che si trovano nella provincia più colpita di Khyber Pakhtunkhwa. Lo riporta il quotidiano Dawn. Dovrebbe essere erogata entro una settimana. Ogni famiglia, in questo modo, riceverebbe 25.000 rupie (112 dollari).

Sharif ha affermato che sono 33 milioni le persone colpite dalle inondazioni, circa il 15% della popolazione del Paese. Ha detto che le perdite causate dalle alluvioni sono paragonabili a quelle provocate dalle inondazioni del 2010-11, le peggiori mai registrate.

Il Pakistan chiede un sostegno internazionale. Gli Stati Uniti, il Regno Unito, gli Emirati Arabi Uniti hanno risposto all’appello, ma dal Paese le autorità invocano più fondi. “Il Pakistan è stato alle prese con problemi economici. Ma ora, proprio quando stavamo per superarli, il disastro monsonico ha colpito”, ha detto alla Bbc il funzionario del ministero dell’Interno, Salman Sufi.

Le inondazioni non sono rare in Pakistan, ma questa volta, secondo quanto stanno raccontando la persone del posto, avrebbero assunto “proporzioni bibliche”. Le autorità incolpano il cambiamento climatico per la devastazione. Ma a ciò si aggiunge anche che molti edifici, negli anni, sono stati costruiti in aree a rischio inondazioni.

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