Sono almeno nove le persone morte nell’attacco russo che nella notte tra il 22 e il 23 giugno ha colpito la capitale dell’Ucraina, Kiev. Diversi i feriti, ci sono anche dei minori, e numerosi i danni provocati anche dagli incendi che si sono sviluppati in diverse zone abitate della città. Tra i siti presi di mira c’è anche un liceo a Odessa. “Non c’erano bambini al liceo – al momento ci sono le vacanze estive – ma il personale era presente. Purtroppo, alcune persone potrebbero essere ancora intrappolate sotto le macerie. Si sa già che due persone sono state uccise”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.  “Il liceo – ha riferito – è stato quasi completamente distrutto”.

L’attacco della notte passata è andato avanti per più di quattro ore e sarebbe stato realizzato con droni esplosivi, con missili balistici e missili da crociera. Secondo Zelensky, è stato condotto usando “352 droni, di cui 159 droni Shahed, e 16 missili, alcuni dei quali di produzione nordcoreana”. I droni Shahed sono i droni progettati dall’Iran, principale alleato di Mosca nel Medio Oriente. “Un gran numero di droni e missili è stato abbattuto dai nostri difensori aerei, ma non tutti. E tutti nei paesi confinanti con Russia, Iran e Corea del Nord dovrebbero riflettere attentamente sulla possibilità di proteggere vite umane se questa coalizione di assassini persiste e continua a diffondere il suo terrore”, ha aggiunto Zelensky.

Martedì scorso un altro massiccio bombardamento russo su Kiev aveva causato 28 morti e più di 100 feriti. Mentre la Russia intensifica i suoi attacchi, aumentati nelle ultime settimane, continuano ad essere in una fase di stallo i negoziati per porre fine a una guerra che va avanti ormai da oltre tre anni. E non sono in programma nuovi colloqui dopo gli ultimi risalenti a tre settimane fa, chiusi con un accordo per lo scambio di prigionieri e di salme. Oggi il presidente ucraino ha raggiunto il Regno Unito, dove incontrerà il premier britannico Keir Starmer, alla vigilia dell’apertura del vertice della Nato all’Aja, nei Paesi Bassi.

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