I carri armati si muovono lungo il confine. I bombardamenti a est non si fermano: i colpi di mortaio continuano a sentirsi nelle due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk, nel Donbass. In Ucraina sembra che l’invasione russa e la guerra siano sempre più vicine. Le truppe russe sono entrate a Donetsk e Luhansk, ma il timore è che possano assaltare la capitale, Kiev.
A Novoluhanske i separatisti hanno attaccato vari edifici e ucciso un uomo. Una centrale elettrica è stata colpita a Shchastya, a 30 chilometri da Luhansk. Nella regione di Donetsk c’è chi non vuole separarsi dall’Ucraina: nella città di Mariupol si è svolta una manifestazione a favore del governo centrale, ne ha dato notizia su Twitter la giornalista Olga Tokariuk. Le immagini pubblicate mostrano qualche centinaio di persone radunate con le bandiere ucraine.
Pro-Ukraine rally in Mariupol last night. This strategic port city on the Azov sea, in Donetsk region, could be one of the first targets in a case of further Russian invasion of Ukraine. People here won’t be welcoming Russian soldiers.
📷 Andriy Tsapliyenko pic.twitter.com/9a0osGEqca— Olga Tokariuk (@olgatokariuk) February 23, 2022
Dopo il riconoscimento da parte della Russia delle due repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, nel Donbass, Putin ha risposto ai giornalisti, e sugli accordi di Minsk ha detto che “erano morti molto prima del riconoscimento di ieri delle repubbliche popolari del Donbass. Sono stati uccisi non da noi e non dai rappresentanti di queste repubbliche, ma dalle attuali autorità di Kiev”. “Gli accordi di Minsk non esistono più – ha quindi affermato -. Perché rispettarli se abbiamo riconosciuto l’indipendenza di queste entità?”.
Gli accordi di Minsk furono firmati nel 2014 da Ucraina, Russia e dai separatisti filorussi del Donbass per porre fine alla guerra nell’Ucraina orientale. Prevedevano un cessate il fuoco immediato e la concessione di una maggiore autonomia per le regioni del Donbass. Ma non sono mai stati rispettati.
In una riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea, convocata ieri a Parigi, si è deciso di sanzionare la Russia per la violazione degli accordi, e di penalizzarla limitandone l’accesso ai mercati Ue. Misure sono state previste anche contro le banche russe che hanno finanziato le operazioni nel Donbass. Si tratta di “sanzioni massicce e robuste” per il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha anche ordinato l’interruzione del processo di revisione del gasdotto da parte dell’autorità di regolamentazione tedesca.
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