Fonte foto: Facebook

Ambulanze di nuovo in fila al Cotugno, personale insufficiente e ritardi nell’esecuzione dei tamponi. La Campania è la seconda regione in Italia (dopo la Lombardia) con il più alto numero dei contagiati da Covid-19, e con l’aumentare del numero dei positivi diventano sempre più chiare le criticità nella gestione dell’emergenza.

A Napoli, all’esterno del Cotugno, ospedale infettivologico di riferimento in Campania, si ricominciano a vedere le ambulanze in fila. Le code riportano inevitabilmente i ricordi alle immagini della prima ondata, quando l’esplosione della pandemia mise in difficoltà gli ospedali anche in Campania.

Il numero dei positivi continua a mantenersi alto (oggi l’unità di crisi regionale ha comunicato 818 positivi su 11.396 tamponi effettuati e 2 decessi), ma i posti liberi nei nosocomi ci sono, sia nei reparti di degenza che in quelli di terapia intensiva e sub-intensiva. Ciò che risulta carente è il personale sanitario a disposizione.

🔴COVID-19, IL BOLLETTINO ORDINARIO DELL’UNITÀ DI CRISI DELLA REGIONE CAMPANIA

Questo il bollettino di oggi:

Positivi…

Pubblicato da Regione Campania su Mercoledì 14 ottobre 2020

 

Sono giorni che il presidente delle Regione , Vincenzo De Luca, rassicura sulla presenza di posti negli ospedali campani. Attualmente, però, parlando con fonti ospedaliere, emerge che il problema sia nell’organico, insufficiente a fronteggiare questa seconda ondata della pandemia. Secondo quanto ci è stato rivelato, sono diversi gli ospedali campani con posti disponibili in terapia intensiva e sub-intensiva ma con pochi operatori a disposizione.

Una situazione, questa, che si riscontrerebbe almeno in tre stretture: all’ospedale del Mare di Napoli, all’ospedale di Salerno e in quello di Caserta. In quest’ultimo nosocomio, fino a un paio di giorni fa, per 22 posti tra terapia intensiva e sub-intensiva, risultavano a disposizione solo due infermieri e un operatore socio-sanitario. “Già gli ospedali fanno fatica a trovare posti di terapia intensiva per pazienti Covid, nonostante i posti liberi segnalati dal presidente. Per non parlare dei pazienti Covid che richiedono interventi chirurgici, per i quali non ci sono centri dedicati, e che aspettano ore per una collocazione. In alcuni ospedali non abbiamo i risultati dei tamponi per pazienti critici da 5 giorni”, ci racconta un medico, che a sua tutela manteniamo ignoto.

Altra questione spinosa è quella dei tamponi. Per risolvere problemi legati a ritardi, lunghe attese e file all’esterno delle strutture adibite ad eseguirli, la Regione ha affidato a laboratori privati il compito di effettuarli. L’elenco dei privati accreditati è consultabile sul sito della Regione Campania. E la lista è in aggiornamento: “Ad integrazione dell’elenco già pubblicato dei laboratori accreditati per effettuare i tamponi – si legge sul sito internet -, si comunica che altri centri stanno completando la registrazione sulla piattaforma regionale. L’elenco pubblicato anche sul sito della Regione sarà quindi ulteriormente integrato nelle prossime ore”. I costi, chiaramente, non sono esigui. C’è che racconta di aver pagato 100 euro, chi 50. Nonostante i prezzi, in molti si stanno rivolgendo ai privati per evitare le lunghe attese delle strutture pubbliche.

La possibilità di rivolgersi a privati non ha però risolto i problemi. A Napoli, per esempio, per un tampone al Frullone, bisogna ancora presentarsi alle prime ore del giorno per prenotarsi. E le code si sono formate anche all’esterno di qualche centro privato. Nei giorni scorsi un laboratorio di Casalnuovo (Napoli) è stato costretto a interrompere il servizio. Fuori si creavano lunghe file e assembramenti. A darne notizia è stato il sindaco, Massimo Pelliccia, che ha pubblicato un video sulla ressa. Per garantire la ripresa del servizio in sicurezza, il primo cittadino ha concesso un’area comunale, dietro “pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico”.

 

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