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La pandemia da coronavirus, oltre a stravolgere le nostre abitudini di vita, ha cambiato anche le truffe. Le limitazioni imposte dai vari decreti e dalle ordinanze regionali ha costretto gli italiani a uscire di meno e a ricorrere maggiormente al web per soddisfare le proprie necessità, quindi su internet i truffatori hanno trovato terreno ancora più fertile per garantirsi degli ingiusti profitti.

Le strategie dei truffatori si sono adeguate alle nuove esigenze nate con l’espandersi del contagio da Covid-19 in Italia, per sfruttare le nuove domande degli utenti e l’inesperienza di chi in questo periodo ha iniziato per necessità a prendere familiarità con le tecnologie digitali. È il quadro che emerge dal rapporto annuale della polizia postale, che ha acceso i riflettori anche sul notevole incremento del 110% registrato nei reati relativi alla pedopornografia on line nell’anno appena passato.

Nell’ambito delle truffe on line, nel corso del 2020 sono stati trattati complessivamente 98.000 casi.

Truffe legate alla pandemia

Inizialmente le truffe scoperte su internet hanno riguardato principalmente i dispositivi di protezione individuale. Quando nei primi mesi dell’anno è aumentata la richiesta di mascherine, guanti e liquidi igienizzanti, si è assistito ad una proliferazione di siti di e-commerce truffaldini dedicati al commercio di tali prodotti.

Numerose, poi, le attività d’indagine avviate dalla polizia postale su false raccolte fondi lanciate attraverso siti web apparentemente riconducibili ad enti ospedalieri o accreditate da falsi patrocini di istituzioni o enti Pubblici (Regioni, comitati vari). I cybercriminali facevano leva sulla vicinanza al personale medico ed infermieristico impegnato nella lotta al Covid-19 per accaparrarsi più facilmente donazioni. I versamenti di denaro e/o bonifici venivano effettuati su conti correnti o carte ricaricabili attivati ad hoc.

Vendita on line di prodotti contraffatti

Le truffe online scoperchiate hanno riguardato anche la contraffazione del marchio CE. Sono state rintracciate numerose partite di materiale venduto all’ingrosso, proveniente soprattutto dall’estero, riportanti marchi CE contraffatti: la merce era destinata, in alcuni casi, alla vendita al dettaglio anche attraverso il circuito delle farmacie ritenute ignare della contraffazione.

Annunci di lavoro falsi

Un altro fenomeno rilevato è quello dei falsi annunci di lavoro, aumentati con il ridursi del lavoro a causa dei lockdown e dalla crisi in cui sono piombiate molte aziende, artigiani e professionisti. Diverse le modalità adottate dai truffatori per sfruttare la mancanza di un’occupazione: alcune dirette a conseguire profitti illeciti (denaro, identità digitale e dati sensibili), altre tese ad esporre qualcuno inconsapevole del disegno criminoso prestando la sua opera per la realizzazione di delitti che spesso andavano oltre alla consueta truffa (riciclaggio di denaro), a in grado di determinare gravi conseguenze sul piano giuridico, familiare e sociale.

Revenge porn e diffamazione on line

I numeri sono rimasti tutto sommato invariati rispetto all’anno passato per quanto riguarda i casi di revenge porn, con 126 casi trattati e 59 denunciati; la diffamazione on line, con 2.234 casi e 906 persone denunciate, lo stalking, con 143 casi trattati, 7 arrestati e 73 denunciati, leggero l’aumento riscontrato per la cosiddetta “sextortion” con 636 casi trattati, una persona arrestata e 36 denunciate.

  2019 2020
Diffamazione online 2.234 2.234
Stalking 168 143
Revenge porn 131 126
Sextortion 516 636

Per i reati afferenti al cosiddetto “Codice Rosso”, le cui indagini sono state profuse non soltanto per giungere all’identificazione del responsabile dei reati, ma anche per rimuovere i contenuti dal web o, quantomeno, per limitarne la divulgazione massiva.

Minacce e molestie social

Sempre più spesso i social rappresentano un mezzo per minacciare o molestare qualcuno, spesso con profili falsi. Considerando anche i casi in cui si è ricorso ai mezzi tradizionalmente impiegati per questi scopi, nel 2020 sono stati 1001 i casi trattati, 2 arrestati e 270 persone denunciate.

L’attività investigativa volta ad arginare il fenomeno dell’hate speech, è stata particolarmente complessa portando alla trattazione di numerose segnalazioni di utenti attraverso il Commissariato di Ps online, e un monitoraggio attivo della rete attraverso le piattaforme social.

In questo ambito una particolare attenzione si è avuta per gli atti intimidatori posti in essere nei confronti dei giornalisti, con l’attiva partecipazione, in chiave operativa con idonee iniziative di prevenzione e contrasto, al Sottogruppo istituito presso la Direzione centrale della polizia criminale – Servizio analisi criminale.

Trading on line

Svolgendo attività di contrasto al falso trading on line, nel 2020 si è rilevato un aumento a dismisura delle perdite di ingenti capitali verso Paesi esteri, con la prospettiva di facili guadagni derivanti da investimenti “sicuri”. Nel complesso la Polizia postale in quest’ambito ha trattato 358 casi che nel complesso hanno fatto registrare danni di oltre 20 milioni di euro.

Prevenzione suicidi

Un ruolo cruciale ha avuto la Polizia postale nello sventare tentativi di suicidi. Sono stati 35 gli interventi da parte degli Uffici della Polizia Postale dislocati su tutto il territorio nazionale, finalizzati alla prevenzione di intenti suicidari da parte di utenti dei social network, anche grazie alle segnalazioni pervenute al Commissariato di PS OnLine.

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