Fonte foto: Pixabay

Imprenditori e persone rimaste senza lavoro che si tolgono la vita in assenza di prospettive, ragazzi che precipitano nel vuoto. Sui suicidi sono tante le notizie di cronaca che si susseguono, e interessano trasversalmente la società intera. L’impressione è che negli ultimi mesi se ne leggano con maggiore frequenza, ma non è possibile stabilire se con la pandemia siano aumentati i casi. In Italia i dati Istat si fermano al 2016 e non considerano i tentativi di suicidio.

Il rischio di una crescita dei casi con la pandemia, però, non si può escludere. “Misure di quarantena collettiva sono state descritte in passato come associate ad un aumento della rischiosità suicidaria. Il pericolo che l’attuale crisi sanitaria, con le associate conseguenze economiche e sociali, possa causare anche un aumento dei suicidi è uno scenario molto probabile ma forse non ineluttabile“, riporta l’Istituto superiore di Sanità affrontando il tema del fenomeno suicidario.

Il distanziamento sociale, le limitazioni degli spostamenti, la paura del contagio, la crisi determinate dal lockdown, lo stress per il personale sanitario, possono avere un loro effetto. Al momento, non stimabile.

Durante la prima ondata della pandemia la Fondazione BRF-Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze ha istituito un Osservatorio Suicidi Covid-19. L’ente, in assenza di dati, ha provato a tenere traccia dei suicidi causati dal Covid seguendo le notizie riportate sui giornali.

I dati raccolti ci parlano di 62 suicidi correlati, direttamente o indirettamente, al coronarivus in circa tre mesi (lo studio è stato avviato a metà marzo e concluso a metà giugno)“, si legge sul sito internet della fondazione. Un numero che non ha una valenza scientifica ma con il quale si prova a dare un’idea della situazione.

La stampa, poi, non sempre riporta notizie di suicidi. Per evitare l’effetto emulazione, si presta cautela nel diffondere questo tipo di notizie quando non si individua in esse un rilevante interesse pubblico. Inoltre, non tutti i fatti riescono ad arrivare ai giornalisti.

In mancanza di numeri aggiornati che consentano un monitoraggio del fenomeno suicidiario in Italia, dal primo gennaio la fondazione ha aperto un osservatorio per tutti i casi di suicidio e tentativi di suicidio, non solo di quelli collegabili alla pandemia. Le rilevazione avviene sempre seguendo le notizie dei giornali.

Un proposta di legge – “Disposizioni per la prevenzione del suicidio e degli atti autolesionistici” – è stata presentata nei mesi scorsi da un gruppo di deputati per introdurre interventi in grado di prevenire i suidici. Ma è ancora tutto fermo.

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