Fonte foto: pixabay

La morte sul lavoro della giovane operaia Luana D’Orazio riaccende i riflettori sulle cosiddette “morti bianche“, ossia quelle che avvengono per infortuni sui luoghi di lavoro. Dall’inizio del 2021 in Italia sono già a 185 e sono aumentate dell’11, 4% rispetto al primo trimestre del 2020 (19 in più). I dati emergono dal resoconto trimestrale sulle denunce di infortunio sul lavoro pubblicato dall’Inail, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

L’aumento rilevato nel numero dei decessi ha riguardato tutte e tre le gestioni assicurative: dell’Industria e servizi (da 146 a 158 denunce), dell’Agricoltura (da 11 a 16) e del Conto Stato (da 9 a 11). L’incremento maggiore si è registrato nel Lazio (+12 casi), in Abruzzo (+8), in Lombardia (+6) e in Campania (+5) e ha interessato soprattutto gli uomini, i cui casi mortali denunciati sono passati da 155 a 171. Le donne decedute in seguito ad infortunio sul lavoro nei primi tre mesi di quest’anno sono 14, 3 in più rispetto al primo trimestre del 2020.

L’analisi si basa su numeri ottenuti considerando solo le denunce per infortunio con esito mortale presentate dall’Inail. L’istituto invita a leggerli con cautela, trattandosi di dati provvisori, da analizzare con quelli che saranno rilevati nell’anno intero. Nel fare il raffronto con il trimestre corrispondente dell’anno precedente, inoltre, bisogno tener conto che “i dati del 2020 – sottolinea l’Inail – sono stati influenzati in modo significativo dalla pandemia da nuovo Coronavirus solo dal mese di marzo (inizio della ‘prima ondata’ dei contagi), mentre quelli di quest’anno (gennaio in particolare e, in misura più contenuta, febbraio e marzo) sono ancora influenzati dalla ‘seconda ondata’ dei contagi iniziata a ottobre scorso.

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