Fonte foto: pixabay

Immagini personali diffuse su siti porno senza consenso, fotomontaggi con il proprio volto sul corpo nudo di un’estranea, filmati registrati da telecamere nascoste e pubblicati sul web. In Corea del Sud decine di migliaia di donne sono vittime di reati sessuali digitali. I processi per tali crimini sono aumentati di 11 volte dal 2008 al 2017. Una vera e propria piaga, a cui il governo non riesce a porre un freno.

Le vittime spesso non trovano adeguato supporto nella giustizia e finiscono per andare incontro all’ansia, alla depressione e talvolta prendono anche in considerazione il suicidio. Lo raccontano le donne intervistate da Human Rights Watch (Hrw), l’organizzazione non governativa internazionale che ha pubblicato un rapporto sui crimini sessuali digitali in Corea del Sud.

Secondo la relazione stilata, la diffusione senza consenso di immagini sessuali su internet ha un impatto devastante sulla vita delle donne, che, certe volte, per il timore di essere riprese inconsapevolmente, maturano l’ansia di essere filmate in luoghi pubblici e sviluppano finanche la paura di essere riprese di nascosto nelle proprie abitazioni. I carnefici possono essere degli estranei, ma anche partner, ex, o datori di lavoro.

Sulla base di quanto si sostiene nel rapporto, nonostante le riforme legali, le donne in Corea del Sud incontrano notevoli difficoltà nelle cause penali e civili, e ciò è dovuto in parte alla radicata disparità di genere.  “I funzionari del sistema giudiziario penale, la maggior parte dei quali sono uomini, spesso sembrano semplicemente non capire, o non accettare, che si tratta di crimini molto gravi”, ha affermato Heather Barr, condirettore ad interim dei diritti delle donne di Human Rights Watch e autore del rapporto.

Le donne colpite spesso si trovano a dover affrontare poliziotti che si rifiutano di raccogliere le denunce o si comportano in modo offensivo. Se i casi riescono ad andare avanti, devo lottare per essere aggiornate e farsi sentire in tribunale. I giudici – secondo il rapporto – spesso infliggono delle condanne basse: nel 2020, il 79% di coloro che sono stati condannati per aver catturato immagini intime senza consenso ha ricevuto una sospensione della pena (il 52%), una multa o una combinazione delle due. Anche per ottenere la cancellazione delle immagini dai siti internet occorre troppo tempo: è prassi comune rinviare l’azione civile fino alla conclusione del procedimento penale.

“La causa principale dei crimini legati al sesso digitale in Corea del Sud sono le opinioni e i comportamenti dannosi ampiamente accettati nei confronti di donne, che il governo deve affrontare urgentemente”, ha affermato Barr, secondo il quale il governo “non ha inviato un messaggio chiaro e forte che le donne e gli uomini siano uguali e la misoginia è inaccettabile”. In un sondaggio del 2017, su 2mila uomini sudcoreani intervistati quasi l’80% degli intervistati ammise di avere commesso atti violenti contro una partner.

Le misure adottate fino ad oggi dal governo si sono rivelate inadeguate anche perché non sono riuscite a colmare la disparità di genere tra donne e uomini nella partecipazione alla vita economica e lavorativa del Paese e nelle opportunità concesse per permetterlo: la Corea si è classificata 102esima su 156 Paesi nella classifica del 2021 del Global Gender Gap del World Economic Forum 2021. In Corea del Sud le donne fanno quattro volte più lavoro non retribuito degli uomini e affrontano un divario retributivo di genere del 32,5%.

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