Con l’avvio della stagione estiva, la ripresa del turismo, l’allentamento delle restrizioni anti-Covid grazie a un miglioramento della situazione epidemiologica, si è provveduto a regolamentare il green pass, il certificato verde che, attestando la guarigione dal Covid-19, l’avvenuta vaccinazione, o la negatività a un test molecolare o antigenico, permette spostamenti tra regioni e province autonome a cui sono attribuiti differenti colori nella mappa nazionale e la partecipazione a feste private, a cerimonie civili e religiose.

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha sottoscritto ieri un Dpcm che disciplina la generazione e le modalità di gestione dei green pass. I certificati verdi in Italia sono emessi da una piattaforma nazionale, la Dgc (digital green certificate), attiva da ieri. E dal primo luglio, grazie a una interoperabilità della piattaforma nazionale con piattaforme adottate dagli altri Stati membri dell’Unione Europea, il pass verde permetterà anche di muoversi liberamente nell’Ue: il modello prevede che la certificazione verde Covid19 generata dalla piattaforma nazionale italiana possa essere validata all’interno di tutto lo Spazio economico europeo e verificata secondo le regole del Paese dove viene effettuato il controllo e, in una seconda fase, secondo le regole del Paese di destinazione.

Come si generano le certificazioni verdi

La vaccinazione, la guarigione dal Sars-Cov2, l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido avviano l’iter che portano alla generazione delle certificazioni verdi.

In caso di vaccinazione, sul certificato risulteranno la data, il numero di dosi somministrate e il codice del vaccino. La certificazione viene generata dopo ogni somministrazione. Ciò che cambia sono la data di emissione e la durata della sua validità:

  • chi abbia ricevuto la dose di un vaccino che prevede una sola somministrazione, otterrà la certificazione dopo 15 giorni dall’inoculazione e la sua validità durerà per 270 giorni dal giorno della somministrazione;
  • se le dosi ricevute sono due e il vaccino ne prevede 2, la certificazione verrà rilasciata subito, appena la piattaforma Dgc acquisisce i dati della somministrazione, e avrà validità per 270 giorni dall’ultima somministrazione;
  • se la dose somministrata è una e il vaccino ne prevede 2, la certificazione sarà rilasciata a distanza di 15 giorni dalla somministrazione e sarà valida per il numero di giorni che intercorreranno tra la prima e la seconda dose;
  • se la dose somministrata è una e il vaccino ne prevede 2, ma la persona ha avuto un’infezione Covid19 tra i 90 e i 180 giorni prima della data di somministrazione, la certificazione viene rilasciata appena saranno acquisiti i dati nella piattaforma Dgc e sarà valida per 270 giorni dal giorno della somministrazione.

In caso di tampone, se l’esito del test (molecolare o antigenico) è negativo, sarà emesso un certificato che sarà valido per 48 ore.

La certificazione verde può essere revocata in caso di accertamento di nuova positività al Sars-Cov2.

Come ottenere la certificazione

Le certificazioni verdi vengono messe a disposizione degli interessati in uno dei seguenti modi: il portale della piattaforma Dgc, a cui si accede con un’identità digitale o un’autenticazione a due fattori; il fascicolo sanitario elettronico; l’app IO; l’app Immuni; il sistema Ts, per il tramite dei medici di medicina generali, dei pediatri di libera scelta, dei farmacisti, di altri medici delle aziende sanitarie autorizzati alle funzionalità del Sistema tessera sanitaria.

La trasmissione dei dati sulla piattaforma italiana

Per permettere la generazione delle certificazioni verdi Covid19, le Regioni e province autonome inviano al Ministero della salute i dati per alimentare l’anagrafe nazionale vaccini. L’anagrafe nazionale vaccini ogni giorno comunica a un sistema informativo del ministero dell’Economia e delle Finanze (il sistema Ts ) i dati per la generazione e gestione dei green pass Covid19.

Le informazioni che vanno a finire sul sistema Ts sono quelle caricate dalle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate dei servizi sanitari regionali, dai medici generali e dai pediatri di libera scelta e dai medici Usmaf e Sasn, dalle strutture sanitarie autorizzate presso le quali vengono effettuati i test molecolari e i test antigenici rapidi, dalle farmacie convenzionate e dalle strutture del comparto difesa e sicurezza presso le quali vengono effettuati i tamponi.

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