Fonte foto: screenshot video

Le proteste sono iniziate domenica 2 gennaio e da allora non si fermano. In Kazakistan migliaia di persone continuano a scendere in piazza per protestare contro l’aumento del prezzo del gpl, quasi raddoppiato in un Paese che alimenta principalmente i veicoli con questo tipo di carburante. Si sono registrati sin da subito disordini, in un Paese dove è il dissenso è sempre stato impedito. Nemmeno l’annuncio del governo di porre limiti al prezzo del gpl e le dimissioni dell’intero Esecutivo sono bastati a fermare i manifestanti.

Ad Almaty, la città più popolosa del Kazakistan, le strade si sono trasformate in un vero e proprio fronte di guerra, con scontri tra polizia e manifestanti, edifici saccheggiati e incendiati, auto a fuoco, esplosioni.


I rivoltosi hanno assaltato il palazzo del governo e attaccato le truppe kazake e i loro mezzi corazzati. Decini di agenti sono stati uccisi. Un video documenta anche spari della polizia sui manifestanti.


Secondo quanto riporta la Bbc, a causa della guerriglia si sono formate lunghe code alle stazioni di servizio per l’acquisto di generi di prima necessità. I supermercati, i centri commerciali, sono chiusi e disagi si registrano con internet.

Il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, ha chiesto sostegno al Csto, l’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva guidata dalla Russia, di cui fanno parte anche Kazakistan, Bielorussia, Tagikistan e Armenia. Ieri La Russia ha inviato 2500 soldati. La Csto afferma che le truppe stanno intervenendo con l’obiettivo di mantenere la pace e proteggere le strutture statali e militari. Le proteste continuano, ma in alcune zone sembrano essersi ridimensionate.

Stando ai dati riferiti dal ministero dell’Interno, sono più di 3mila le persone arrestate, 26 i contestatori, definiti “criminali armati”, che sono stati ammazzati e 18 gli agenti di sicurezza uccisi nei disordini, due dei quali sarebbero stati decapitati. Per le proteste, il presidente Kazako ha accusato “terroristi” addestrati all’estero, e ha affermato che le operazioni continueranno fino a quando “i militanti non saranno completamente eliminati”. Tokayev ha autorizzato i militari a sparare senza preavviso contro i rivoltosi.

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