Fonte foto: Omna Tigray (twitter)

L’attacco è avvenuto nella notte di venerdì a Dedebit e ha colpito un campo che ospitava persone sfollate, soprattutto donne e bambini. Eseguito per via aerea con i droni, avrebbe ucciso almeno 56 persone e ne avrebbe ferito 30.

Il bilancio delle vittime è stato fornito da alcuni operatori umanitari all’agenzia di stampa Reuters, ed oggi lo riporta anche Getachew K Reda, consigliere del presidente del Tigray e portavoce del TPLF (Fronte popolare di liberazione del Tigré), il partito che combatte il governo centrale del primo ministro Abiy Ahmed. “Un altro spietato attacco di droni da parte di Abiy Ahmed in un campo in Dedebit ha finora causato la morte di 56 civili innocenti. La parte più triste della storia è che le vittime sono persone sfollate dal Tigray occidentale a causa della campagna genocida del regime”, ha scritto Reda su Twitter.

Il governo etiope ha finora negato di prendere di mira i civili, ma l’opposizione indipendentista lo accusa dei bombardamenti per via aerea. Il TPLF, inoltre, incolpa le autorità federali di bloccare gli aiuti alla regione del Tigray, portando così alla fame e alla carenza di beni essenziali.

L’attacco di venerdì è avvenuto a distanza di poche ore dalla liberazione da parte del governo etiope di leader dell’opposizione, anche del FPLT. Da novembre del 2020 nella regione a nord dell’Etiopia è in corso una guerra tra il Fronte popolare di liberazione del Tigré (FPLT o, in inglese, TPLF),  e le truppe federali etiopi. Quello di venerdì è solo l’ultimo attacco aereo che si registra nel Tigray. Le agenzie umanitarie sostengono che da ottobre scorso siano state uccise almeno 146 persone e ferite 213.

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