Fonte foto: Consulato del Regno di Tonga

Prima la potente eruzione vulcanica, poi lo tsunami che ha inondato le coste delle isole dell’arcipelago. Dopo 5 giorni Tonga esce dall’isolamento. È arrivato nelle notte (alle 16 locali) il primo aereo di soccorso con acqua e altri rifornimenti. Il velivolo è stato inviato dalla Nuova Zelanda.

Le isole erano rimaste isolate. La nube che il vulcano aveva sprigionato nell’atmosfera aveva interrotto i collegamenti. Poi, la cenere aveva reso impraticabile l’aeroporto di Nuku’alofa impedendo l’atterraggio degli aerei. Centinaia di volontari hanno lavorato stenuamente per liberare le piste e renderle di nuovo agibili.

La Nuova Zelanda ha spedito contenitori per l’acqua, kit per il ricovero temporaneo e l’igiene, generatori di elettricità e apparecchiature per le comunicazioni, e sta ora organizzando la partenza di altri aerei e navi.

Aiuti sono in arrivo anche dall’Australia. “Un pacchetto iniziale di 1 milione di dollari per soddisfare le richieste umanitarie urgenti da Tonga”, ha comunicato nei giorni scorsi la ministra degli Esteri australiana, Marise Payne. Atteso per oggi il primo di due Boeing C-17 Globemaster. “Verranno trasportate forniture urgenti per aiutare gli sfollati e ripristinare le comunicazioni”, ha fatto sapere la ministra.


A Tonga c’è bisogno soprattutto di acqua, che è stata contaminata dalla cenere vulcanica. Non è possibile ancora fare un bilancio delle vittime e dei danni provocati dall’eruzione del vulcano Hunga Tonga Hunga Ha’apai e dal conseguente tsunami.

“Hanno causato la perdita di vite umane, malattie e ferite, perdite e danni alle proprietà e danni all’ambiente”, scrive genericamente il primo ministro Honourable Hu’akavameiliku nella dichiarazione dello stato di emergenza.

Le prime immagini della devastazione arrivano dal Consolato del Regno di Tonga dell’Unione Europea, che ha pubblicato foto scattate a Nuku’alofa, la capitale. Le strade, gli edifici, le auto, sono ricoperti dalla cenere. Delle rilevazioni aeree mostrano interi villaggi che sono stati spazzati via su alcune isole dell’arcipelago del Pacifico che risultano ancora irraggiungibili. I contatti con Tonga sono stati ripristinati, ma restano ancora problemi con la connessione ad internet.

L’esplosione del vulcano era stata avvertita fino agli Stati Uniti. In Perù le onde anomale hanno causato una fuoriuscita di petrolio sulla spiaggia di Ventanilla, vicino a Lima, la capitale. Il ministro dell’ambiente peruviano, Ruben Ramirez, ha spiegato che le onde hanno spostato una nave che stava rifornendo di petrolio la raffineria La Pampilla causando la fuoriuscita del greggio.

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