Fonte foto: governo.it

Il governo italiano ha deciso di stanziare 5,5 miliardi per far fronte al caro bollette. L’aumento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale sta mettendo in difficoltà famiglie e imprese. Per calmierare i costi, con un decreto approvato venerdì dal Consiglio dei ministri si è stabilito di devolvere tale importo attraverso la riduzione delle tasse (“dell’Iva al 5% e degli oneri generali per il settore gas”), o con un bonus destinato alle famiglie con un Isee di circa 8.000 euro, o di 20.000 in caso di famiglie numerose. Il provvedimento avallato, poi, destina 2,5 miliardi a sostegno delle filiere produttive industriali che stanno risentendo del caro energia.

Tali somme si aggiungeranno ai 3,8 miliardi già stanziati con la legge di bilancio approvata a dicembre, e agli 1,7 miliardi approvati nel decreto “Sostegni ter” per aiutare le famiglie in difficoltà nel primo trimestre del 2022. Il cosiddetto “decreto bollette” introduce anche un contributo straordinario per le imprese gasivore, sotto forma di credito di imposta.

Con lo scopo di evitare crisi come quelle in corso, si adottano anche misure che possano permettere di ottenere benefici nel medio-lungo termine: si dispone di aumentare la produzione nazionale di energia e di incentivare le energie rinnovabili.

Per rendere l’Italia indipendente nel soddisfacimento del suo fabbisogno energetico, si prevedono un incremento della produzione nazionale del gas e “un pacchetto di norme” per aumentare e ottimizzare lo stoccaggio di gas. “È previsto – aggiunge il governo in un nota – l’aumento della produzione di carburante sintetico e supporto al suo utilizzo in settori strategici, come ad esempio trasporti e aerei.”

Si punta, poi, allo sviluppo delle energie rinnovabili attraverso “un poderoso programma di accelerazione sul fronte delle sorgenti rinnovabili, in particolare per il fotovoltaico, con un intervento di semplificazione per l’installazione sui tetti di edifici pubblici e privati e in aree agricole e industriali”.

Per quanto riguarda il sostegno all’industria, si stanziano fondi fino al 2030 per il settore automobilistico e per quello dei microprocessori. Per l’automotive si assegnano risorse pluriennali “con l’obbiettivo di favorire la transizione verde, la ricerca, la riconversione e riqualificazione dell’industria del settore automotive. Inoltre sono previsti incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti”. Per il settore dei microprocessori “sono previsti fondi pluriennali, fino al 2030, per la produzione nazionale di microchip”.

Infine, il decreto prevede stanziamenti a favore delle Regioni, in particolare per far fronte alle maggiori spese relative alla crisi pandemica, e ai Comuni che stanno affrontando l’aumento dei costi per l’illuminazione.

“Le norme introdotte – si legge nel comunicato stampa con cui il Governo ha elencato le misure deliberate – mirano a sostenere la ripresa economica e a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il pieno dispiego”.

“Mettiamo in campo quasi 8 miliardi di euro di cui 6 per provvedimenti sull’energia. Lo facciamo senza ricorrere a nuovi scostamenti di Bilancio”, ha detto il premier Mario Draghi nella conferenza stampa convocata per illustrare il decreto. “Utilizziamo – ha chiarito – i margini che derivano dagli ottimi risultati sul fronte della crescita della finanza pubblica conseguiti lo scorso anno e descritti anche dal Governatore della Banca d’Italia nel suo intervento più recente”.

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