Napoli si tinge, progressivamente, di azzurro. I tifosi stanno gioendo per le imprese della propria squadra del cuore che molto presto festeggerà, salvo clamorose sorprese, il terzo scudetto dopo quelli vinti nel 1987 e nel 1990 con in campo Diego Armando Maradona. La distanza tra il Napoli di Luciano Spalletti e la seconda (ora la Lazio) è attualmente di 19 punti, a 11 giornate dalla fine del torneo di Serie A. Appare difficile, vedendo l’andamento del campionato, assistere a ribaltoni. Sono diverse le date cerchiate in rosso sul calendario per la vittoria aritmetica. Tra queste: il 23 aprile, partita in trasferta a Torino contro la Juventus; il 29 aprile, in casa con la Salernitana per quello che sarebbe un amarcord, visto che il secondo scudetto fu vinto proprio il 29 aprile di 33 anni fa; il 3 maggio, quando il Napoli sarà in trasferta a Udine; il 7 maggio in casa con la Fiorentina (a 3 giorni di distanza dal 10 maggio quando nel 1987 il Napoli vinse il primo scudetto pareggiando proprio con la Fiorentina).
I colori azzurri nei quartieri
Dalle zone del centro storico ai quartieri della periferia, non si contano oramai già più i festoni bianchi e azzurri appesi a mezz’aria, le bandiere ai balconi con i disegni del tricolore numero 3 e dei volti più noti del Napoli: dal georgiano Khvicha Kvaratskhelia, diventato vera e propria stella internazionale ed eroe in patria, al coreano Kim Min-jae, passando per Victor Osimhen, il centravanti stella della Nigeria. E, in questo caso sì, si può affermare “Crepi la scaramanzia’’ che comunque in città qualcuno ancora mantiene. Nemmeno a dirlo, l’azzurro Napoli è oramai il colore d’ordinanza ai Quartieri Spagnoli e via Toledo. Oltre al murale raffigurante El Pibe De Oro, in cima a via Emanuele De Deo nei pressi de La Bodega De D10S, dove sorge quello che è ribattezzato “Largo Maradona’’, vero e proprio santuario per gli appassionati dell’argentino, ecco i disegni degli attuali protagonisti azzurri.
Sulle scale di vico Colonna, sempre ai Quartieri Spagnoli, sono comparse nelle scorse settimane le sagome degli azzurri piazzate anche in piazza Nicola Amore, nei pressi di Porta Capuana. La principale strada dello shopping cittadino, via Toledo, è invasa dalle bandiere del Napoli, sciarpe, trombette, le riproduzioni della mascherina protettiva indossata a ogni match da Osimhen, vendute da decine e decine di bancarelle e dalle edicole a turisti e passanti insieme al sempre presente Diego Armando Maradona. Il trend si allunga sino a via Chiaia e ai gradoni che portano al corso Vittorio Emanuele, anch’essi ormai sempre più azzurri proseguendo sino alle zone di Posillipo. Discorso simile per i negozi di tappezzeria. Alcuni gestori confidano: “La richiesta è talmente alta che la produzione non sta al passo. Ci vorranno settimane di lavoro continuativo”.
Le Fiamme gialle, peraltro, sono state protagoniste di recente di operazioni di sequestro di prodotti ritenuti contraffatti, segno che in un modo o in un altro, anche in modo illegale, c’è chi vuole sfruttare le vittorie del Napoli. Senza dimenticare la camorra, che sta fiutando l’affare per mettere le mani sul commercio dei vessilli falsi del Napoli. La febbre è salita anche in quartieri come Poggioreale, Scampia, Miano, Barra, Secondigliano. A conferma dei timori di alcuni, non tutti quelli a cui abbiamo chiesto un’intervista hanno deciso di parlare preferendo il silenzio. Ai Colli Aminei è apparso anche uno striscione affisso al balcone con su scritto “Essere napoletani è meraviglioso’’. Altrove si legge: “Grazie ragazzi’’ e parole al miele per il mister Luciano Spalletti e i suoi calciatori o semplicemente “Campioni d’Italia”. C’è anche un bandierone sulla quale è incisa una frase in cui si riflette l’eventuale mancato raggiungimento dell’obiettivo (“Saje che figure e’ mer…”). Ma i napoletani non vogliono proprio pensarci. Stare al passo con le varie scenografie allestite in città è davvero complicato, con novità che si susseguono giorno per giorno.
Il sosia di Osimhen e Ciro Maradona
La mania per il Napoli in città fa rima anche con fantasia e creatività. Ne è un esempio Assane Der, 27enne senegalese da 10 anni in Italia con alcuni suoi familiari e residente a Caserta. Il giovane è assunto presso un negozio di elettrodomestici della Pignasecca, nel centro storico di Napoli alle spalle di piazza Dante. Durante le ore di volantinaggio si muove come un vero e proprio sosia di Victor Osimhen. Completo azzurro del Napoli, mascherina in volto e la tipica capigliatura del numero 9 del Napoli, con la rasatura ai lati e i capelli ossigenati al centro della testa. La somiglianza è notevole.
“Ho mandato su Instagram a Osimhen dei video e delle foto mie vestito come lui. Spero un giorno di incontrarlo. La gente mi chiede di fare foto e io sono felice di farle”, afferma Assane con un sorriso dolcissimo. Poco più avanti, sempre alla Pignasecca, c’è Ciro Maradona, vestito anche lui d’azzurro con una bandana in testa dinanzi al suo negozio che vende maglie dei giocatori e mascherine di Osimhen in riproduzione. “Bisogna festeggiare, ma senza creare disordini. Io ricordo che al primo scudetto ci siamo messi su alcuni mezzi di trasporto e abbiamo girato Napoli così tutta la notte. Dimostriamo la nostra civiltà”, l’appello del commerciante assolutamente coinvolgente nell’entusiasmo.
I timori dell’ordine pubblico e per i monumenti
In relazione alle parole di Ciro Maradona, non mancano nei rappresentanti istituzionali e nelle forze dell’ordine i timori per quando si farà festa alla conquista dello scudetto. In molti hanno paura che i più furbi possano prendere di mira i tifosi macchiandosi di eventuali reati come scippi e rapine. Dalla Prefettura e dalla Questura sono già partiti ragionamenti su come cercare di contenere lo smisurato entusiasmo. L’idea, condivisa con il Comune di Napoli, sarebbe quella di mettere maxischermi in tutte e dieci le municipalità cittadine nella giornata della vittoria matematica, in modo da creare meno ingorghi possibili cercando di creare una folla meno monolitica. Funzionerà? Di certo non è piaciuta ad alcuni osservatori e tifosi la notizia – vedremo se poi si realizzerà – di provvedere un numero chiuso per entrare in piazza del Plebiscito. La festa vera e propria potrebbe essere organizzata il 4 giugno a campionato concluso. Il sindaco Gaetano Manfredi, criticato per l’ipotesi del numero chiuso al Plebiscito, ha già più volte fatto appello ai tifosi a non imbrattare d’azzurro i maggiori monumenti di Napoli viste che alcune scale, come ad esempio di piazza Carolina alle spalle del Plebiscito sono già state riverniciate d’azzurro e con lo scudetto tricolore. Basteranno gli appelli del sindaco che invita a festeggiare con responsabilità? Sì vedrà. Intanto Napoli si prepara minuto dopo minuto all’ora della gioia sportiva.