Il mondo in cui viviamo oggi noi occidentali è il risultato di tante battaglie contro l’illogica discriminazione e le spietate battaglie d’odio, ed è anche luogo di nuovi dibattiti che scorrono dall’educazione alla cultura fino al ruolo del passato nella nostra società.
Per quanto grandi siano stati i nostri progressi, l’attualità è disseminata di molte storie che sembrano costituire un vivido anacronismo ma che, invece, affondano le radici in problemi del tutto contemporanei: succede che un uomo conosciuto in ambienti di estrema destra commetta degli omicidi terrificanti, che degli italiani in Germania rievochino Hitler e che senatori americani promettano di bruciare i libri progressisti.

L’uomo di Rotterdam

È il 28 settembre 2023 quando a Rotterdam, nei Paesi Bassi, un uomo di 32 anni, già noto alle autorità e agli abitanti del suo quartiere di Delfshaven, uccide tre persone. Secondo le ricostruzioni, l’uomo prima avrebbe ucciso una donna di 39anni e la figlia 14enne nel loro appartamento privato, a Heiman Dullaertplein, nel distretto in cui abitava. Successivamente si sarebbe diretto, a circa un chilometro di distanza, all’ospedale universitario dell’Erasmus University Medical Center, uno dei più grandi e prestigiosi campus scientifici d’Europa, dove avrebbe aperto il fuoco contro gli studenti di una classe e dato l’aula alle fiamme, causando la morte di un docente di 46anni.

Il presunto assassino, identificato come Fouad L., era stato descritto come “soggetto psicotico”, violento e potenzialmente pericoloso e, da quanto riportato dal quotidiano olandese De Telegraaf, la procura di Rotterdam aveva avvertito la scuola medica Erasmus del pericolo. Gli episodi precedenti a dare preoccupazione sono quelli in cui maltrattò pubblicamente in stato di ubriachezza il suo coniglio ferendolo mortalmente (con condanna di 40 giorni di servizi comunitari obbligatori) e in cui trovarono sul suo telefono immagini di persone morte per accoltellamento.

Questa stessa università lui però l’aveva frequentata prima di essere sospeso dalle lezioni per aver offeso verbalmente i docenti e l’aveva anche spesso criticata su uno dei tanti post sulla piattaforma 4Chan, comunemente associata all’estrema destra e abitualmente usata da hater, dove lamentava l’arroganza del corpo docente accusandolo di averlo preso di mira.

Un saluto nazista tutto italiano

Sono le 17.45 di mercoledì 27 settembre e a Monaco di Baviera, in Germania, si celebra l’Oktoberfest, la festa tradizionale della birra, quando due italiani di 24 anni mimano il saluto nazista, conosciuto in tedesco come “Hitlergruß”, immortalandosi con i propri telefonini. I ragazzi vengono trattenuti dagli steward, presi in custodia dalla polizia tedesca e portati davanti un giudice istruttore perché privi di residenza permanente in Germania. Secondo quanto riportato dai giornali tedeschi, l’arresto è stato immediatamente convalidato fino al processo, la cui data è ancora ignota agli addetti ai lavori.

Il rischio è la detenzione fino a tre anni o una multa salatissima di migliaia di euro per un gesto “inaccettabile”, compiuto peraltro nella città in cui Hitler tentò il colpo di stato per salire al potere. La realtà è che la Germania dalla fine della Seconda guerra mondiale ha attuato un’opera di depurazione intensiva (oggi diremmo “washing”) che si palesò subito con la proibizione dell’incostituzionale saluto nazista. In Italia, invece, le leggi Scelba e Mancino lasciano fin troppo spazio interpretativo “punendo l’apologia di fascismo e l’incitamento all’odio e alla violenza.” Quindi, il saluto romano può essere reato ma può anche non esserlo se non c’è il pericolo di riorganizzazione di un nuovo partito fascista o del perseguimento di finalità antidemocratiche e discriminatorie. In un contesto commemorativo, per esempio, il saluto romano non costituisce reato.

Se l’idea di fascismo in Italia è associata politicamente ad un problema di ieri, oggi i tedeschi continuano a battagliare, cancellando i rimasugli di un passato da dimenticare. La messa a bando di numerose associazioni ne è la testimonianza. L’ultima è Artgemeinschaft, traducibile in tedesco come “Comunità della specie” e fondata negli anni Cinquanta da un ex membro delle SS, accusata di indottrinare i bambini con testi scolastici simil-nazisti e di credere nella razza ariana. Come accaduto con l’organizzazione neonazista degli Hammerskins, la ministra degli interni Nancy Faeser ha organizzato un maxi raid in tutto il paese perquisendo decine di appartamenti e sedi dell’associazione.

Gli scatoloni che potevano esser libri del Missouri

Un video diffuso su X (Twitter) in cui due senatori repubblicani dello stato del Missouri, negli Stati Uniti, appiccano un rogo è andato subito virale sui social con l’ipotesi che negli scatoloni vi fossero libri sulle tematiche di genere o lgbtqia+. La notizia si è poi rivelata presto falsa schivando il mare di polemiche in cui rischiavano di inabissarsi i due senatori, ma quello che davvero è agghiacciante sono forse le dichiarazioni del senatore William Eigel su X, queste vere. “Sarò chiaro: portate quei libri woke (termine molto usato per descrivere tutto ciò che allarma sul pregiudizio e la discriminazione) e pornografici nelle scuole del Missouri per fare il lavaggio del cervello a nostri figli e brucerò anche quelli”.

Questo si inserisce in uno scenario in cui una censura conservatrice ha bandito i libri con immagini sessuali altamente esplicite e con contenuti “gender” reputando la scuola un luogo avulso da quel tipo di contenuti.

Ci sono diverse crepe da ricomporre, ognuna a suo modo. Di sicuro c’è un passato che resta presente, e che esige nuovi termini per designare vecchi concetti altrimenti si rischia solo di alimentare l’idea di una sbagliata finitezza.

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