Insultate per il loro orientamento sessuale e picchiate durante il Napoli Pride solo per aver inavvertitamente schizzato dell’acqua a due ragazze, vendicatesi per quel “terribile affronto”. Simona e Carla – i due nomi sono di fantasia – sono finite in ospedale con un trauma cranico e un trauma maxillo facciale, vittime di una follia intrisa di violenza immotivata.
La vicenda
Le due giovani ragazze sabato 29 giugno erano tra le decine e decine di migliaia di persone che partecipavano al Napoli Pride 2024. Si tratta di un appuntamento rituale, organizzato ogni anno da diverse sigle che si battono per i diritti Lgbtquia+, e non solo (madrina quest’anno, la cantante Malika Ayane), replicato in diverse città d’Italia nello stesso periodo. Il caldo è opprimente e si tenta di rinfrescarsi in tutti i modi, compreso quello di spruzzarsi acqua con delle pistole di plastica. È quello che fanno anche Simona e Carla, in modo gioioso e senza voler infastidire nessuno. Durante uno di questi spruzzi, mentre la marcia festante è in via Toledo principale arteria di Napoli, l’acqua colpisce in modo casuale due giovani che passavano per caso.
“Non volevamo certo importunare queste due ragazze, che tra l’altro erano esterne al corteo – assicurano Simona e Carla – Non appena sono state colpite, noi abbiamo chiesto scusa. Nonostante questo, però, hanno cominciato a insultarci”. “Si capiva che loro erano già infastidite dal corteo e dai carri del pride’’, aggiungono Simona e Carla. Episodio subito dimenticato? Macché. Circa mezz’ora dopo, succede l’imponderabile. Simona e Carla proseguono: “Arrivate in piazza Carità, ci siamo accorte che le stesse ragazze ci stavano aspettando con dei caschi in mano. Con loro c’erano anche la mamma e il padre. Noi abbiamo chiesto se non fosse troppo questo loro atteggiamento, ma non hanno sentito ragioni. Subito dopo hanno cominciato a colpirci con i caschi, a tirarci i capelli, a buttarci aranciata addosso e a gridarci “lesbiche di m…’’. A partecipare all’aggressione anche la mamma di queste due ragazze, mentre il papà assisteva. Forse, in una logica distorta, per lui aggredire delle donne era troppo e quindi ha lasciato l’incombenza alle figlie alla moglie’’. Simona e Carla cercano di ripararsi dai colpi ma invano. Neppure altre persone intervenute riescono a fermare la furia delle tre donne.
Dopo alcuni minuti di violenza subìta, Carla e Simona riescono a uscire da quell’inferno grazie all’arrivo delle forze dell’ordine che fermano le donne, le identificano e le denunciano. Le loro condizioni di salute, però, non sono perfette. Anzi. “La polizia che stava effettuando il servizio d’ordine è intervenuta subito, fermando l’aggressione. Gli stessi poliziotti ci hanno consigliato di andare subito al vicino ospedale Vecchio Pellegrini per farci visitare. Siamo state sottoposte a Tac e visitate’’. La diagnosi non è da poco: trauma cranico e trauma maxillo facciale, con una prognosi di 7 giorni. Dopo qualche ora Franca e Paola vengono dimesse e si recano in Questura per la denuncia prima del rientro a casa.
Il dolore fisico ed emotivo
A tre giorni dall’accaduto la faccia e la testa fanno ancora male: sia quella di Simona che quella di Carla. Ma è il dolore emotivo a essere quasi più forte di quello fisico. “Non ci spieghiamo come sia possibile che per qualche schizzo d’acqua spruzzato in modo involontario, ci siamo ritrovate in ospedale con un trauma cranico. Andando al pride, era l’ultima cosa che ci saremmo aspettate’’, affermano le due vittime del pestaggio. “Queste persone ci hanno aspettato apposta, volevano farcela pagare. Anche perché, ne siamo convinte, partecipavamo a un pride per i diritti Lgbtquia+, che a loro evidentemente non interessava. L’aggressione era immotivata, non aveva senso. In una strada stretta come via Toledo e con migliaia e migliaia di persone presenti può capitare che qualcuno possa schizzare l’acqua anche se non vuole. Quelle ragazze – concludono Simona e Carla – hanno continuato a insultarci anche dopo essere state fermate. Vuol dire che nel loro dna c’è questo atteggiamento di uscire di casa per fare risse’’.
La solidarietà
L’associazione Antinoo Arcigay Napoli attraverso il proprio ufficio legale accompagnerà durante la fase processuale Simona e Carla. “Tutta la vicinanza e solidarietà alle due ragazze, anche per la forza di denunciare l’accaduto. Ed ovviamente ringraziamo le forze dell’ordine per essere prontamente intervenute”. A dirlo il presidente di Antinoo Arcigay Napoli, Antonello Sannino. Attraverso una nota l’assessore comunale di Napoli alle Pari Opportunità, Emanuela Ferrante, parla di un “episodio che ci addolora, che deve farci riflettere sull’importanza dell’affermazione dei diritti in una comunità realmente inclusiva”. “Alle due ragazze aggredite – continua la Ferrante – la piena solidarietà mia e dell’Amministrazione comunale, a loro va tutto il nostro sostegno e l’apprezzamento per aver immediatamente denunciato ribellandosi ad ogni sopruso e violenza di natura omofoba”.