Nessuna discriminazione e nessun atto di antisemitismo. Il gip della Procura di Napoli ha accolto la richiesta di archiviazione del pm per Nives Monda, la titolare de La Taverna a Santa Chiara finita lo scorso 3 maggio nel battage mediatico internazionale per aver discusso con una coppia di israeliani di 64 e 59 anni, che avevano mangiato nel suo ristorante. La vicenda è nota: Monda, sostenitrice della causa palestinese, battibeccando con gli israeliani sottolineò il concetto di “genocidio’’ a Gaza da parte di Israele, con la coppia che invece bollò la ristoratrice come “sostenitrice dei terroristi’’, ipotizzando anche una pratica discriminatoria e antisemita.
L’archiviazione e le parole degli avvocati
“Il gip ha disposto l’archiviazione del procedimento per non aver commesso il fatto. La conclusione del caso è questa: il fatto raccontato e diffuso non è stato commesso, non esiste”, le parole nel corso di una conferenza stampa all’interno della Taverna a Santa Chiara di uno degli avvocati che ha assistito Nives Monda, che era stata indagata per violenza privata, aggravata dell’odio e dalla discriminazione razziale, in seguito alla querela dei due turisti.
Il gip – l’aggiunta di Ciruzzi, leggendo l’atto – ha ritenuto “pienamente condivisibili’’ le argomentazioni del pm nella richiesta di archiviazione. Monda non ha tenuto “alcuna violenza o minaccia, al contrario di tutto quello che si è scritto e detto. Sono gli stessi querelanti – a riferire come l’indagata non abbia mai minacciato direttamente le persone offese, non abbia avuto alcun tipo di contegno violento, circostanza confermata dallo stesso video prodotto in sede di querela, nel quale non vi è traccia di comportamenti minacciosi o violenti”. Inoltre, i due turisti “non vengono costretti ad allontanarsi dal ristorante in ragione della minaccia o della violenza, comunque non sussistenti, ma escono dal ristorante in ragione di una scelta volontaria’’.
Sempre l’avvocato Domenico Ciruzzi ricorda come non si può neanche contestare l’aggravante prevista dall’articolo 604 ter del codice penale, applicabile a tutti quei reati commessi con le finalità di discriminazione etnica, razziale e religiosa. Il Pm scrive: “Non risulta sussistente un comportamento avente finalità di discriminazione o di odio etnico, razziale o religioso. L’indagata si limitava ad affermare una responsabilità morale dei querelanti, in quanto israeliani, con riferimento alla morte dei bambini palestinesi in ragione delle operazioni militari poste in essere dal governo di Israele’’.
L’episodio costò tantissimo dal punto di vista emotivo a Nives Monda, soggetta a minacce e insulti per aver espresso la sua posizione sulla Palestina, ritenuta da qualcuno foriera di linguaggio e atteggiamento discriminatorio e antisemita che invece il Gip (come i pm) non ha rilevato. È stato davvero così? Si vedrà: Stella Arena, altra legale di Nives Monda, preannuncia la possibilità “di agire nelle sedi che riterremo più opportune’’ verso chi potrebbe aver “compiuto un reato nei confronti di Nives Monda, vittima di una gogna mediatica.
I legali citeranno in sede civile “alcuni media per un dovere verso la città, visto che si possono usare termini previsti dal diritto internazionale e chi li usa non può essere usato da gogna mediatica. Analizziamo i media e chi ha compiuto un reato nei confronti di Nives Monda agiremo. È stata una gogna mediatica subita da Nives ed è giusto ripristinare il diritto’’. Sotto la lente di ingrandimento dei legali finiranno con probabilità i post e i commenti sui social agli indirizzi di Nives Monda e anche il contenuto di alcuni articoli di stampa relativamente alla stessa vicenda.
Le parole di Nives Monda
Tira un sospiro di sollievo Nives Monda, che dice di aver vissuto “due mesi difficili’’. La ristoratrice commenta così l’archiviazione: “Occorre fare in questo caso una categorizzazione umana, coloro i quali negano che ci sia un genocidio e coloro i quali non dormono la notte perché non c’è un altro modo per vedere la cosa. Avrei voluto più rispetto per le persone – aggiunge – non tanto per me, che sono stata aiutata dalla mia famiglia e da chi mi ha circondato, dalla comunità napoletana a quella palestinese, ma per i miei soci e i lavoratori della Taverna che anche se indirettamente sono stati esposti a una pressione che non è facile sopportare e non hanno avuto modo di sfogarsi come ho fatto io. Se un giorno qualcuno volesse chiedere scusa, lo faccia a loro’’.
Dopo lo scoppio del caso migliaia di persone parteciparono a un presidio in piazza Municipio in solidarietà a Monda, e qualche giorno dopo l’amministrazione comunale del sindaco Gaetano Manfredi – accusata da qualcuno di aver dato solidarietà subito a due israeliani – ricevette Monda. La titolare de La Taverna a Santa Chiara si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Chi attacca, soprattutto se svolge il ruolo di giornalista, o un di politico, lo fa pensando alle parole che dice e non credo per una reazione emotiva’’. Per Monda “certi attacchi’’ sarebbero “stati fatti artatamente”.
“Forse non ci si aspettava la reazione che la città ha avuto, non era stato messo in conto. Alcuni giornalisti sono usciti subito e hanno creato un caso a tavolino, vista anche la velocità. Non posso dire ovviamente che ci sia stata una regia, non sono abituata a dire cose che non posso provare però con il senno di poi, ricordo che dopo dieci minuti’’ dall’uscita della coppia dalla Taverna a Santa Chiara “sono cominciate le recensioni negative, dopo due ore io ero su tutti i social, dopo tre ore mi sono arrivate minacce di morte dal Brasile e alle 3 di notte il primo articolo su un importante giornale cittadino. È abbastanza imbarazzante per chi l’ha fatto’’.
Monda dedica un passaggio al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e alla sua giunta. “Quello che mi ha fatto più male è stata l’insensibilità di chi mi ha sbattuta in prima pagina senza pensare che poteva diventare per me motivo di fine. Ho vissuto 36 ore senza mangiare, senza dormire, a stento ho bevuto e quindi mi ha fatto molto male quel primo articolo e anche l’atteggiamento del sindaco Gaetano Manfredi, che non mi ha protetto. Io sono un abitante, ma sono stati protetti i turisti subito, al di là di come sono andate le cose. Io mi aspettavo di essere contattata subito, stata chiamata solo il martedì successivo all’episodio (avvenuto il sabato ndr). Non volevo arrivare a questa conflittualità creando un caso su una notizia non vera. Un’amministrazione avrebbe dovuto avere un’attenzione vera. Io non ho attaccato il sindaco, né nessun altro. Ho richiamato alla responsabilità quando sono stata ricevuta al Comune, che un sindaco e un assessore dovrebbero avere. Bisogna ripristinare l’onestà’’.
Qualche giorno fa in consiglio comunale è stata approvata all’unanimità una mozione, su spinta dei movimenti pro Pal, che impegna la città di Napoli a interrompere ogni rapporto con Israele. Monda chiede al “sindaco di impegnarsi per attuare la mozione sulla crisi umanitaria a Gaza approvata all’unanimità dal Consiglio comunale. Quelli contenuti nella mozione non devono essere impegni vaghi: il punto, adesso, è dare seguito a quanto si dice, e cioè interrompere gli accordi con Israele. La mozione approvata in consiglio comunale è ottima perché è stata scritta da chi ha delle idee chiare. Ora però – chiede la ristoratrice – bisogna far seguire i fatti. Una cosa è dire a parole di rescindere ogni rapporto con Israele, un’altra è farlo. Sarebbe un grande impegno monitorare le navi che arrivano al porto e che trasportano armi: è un impegno civico “.
La posizione
Nives Monda, poi, ribadisce la sua posizione rispetto a quanto accade nei territori palestinesi. “Il personale è politico. Io non ho fatto tutto questo perché sono stata indottrinata, ma perché sono cresciuta come una persona convinta che ogni volta che tu esca di casa stai facendo una scelta e se tu non la fai comunque la stai facendo’’. Ecco poi un’altra stilettata rispetto a chi non comprende cosa stia accadendo nei territori: “Con tutte le fonti che ci sono, come si fa a non sapere cosa sta accadendo a Gaza? È un olocausto dei palestinesi. Durante la Seconda Guerra Mondiale non si sapeva perché non c’era internet, ma oggi come possiamo ignorarlo?’’.