Da un lato una donna che urla in inglese: “Sei orgogliosa di cosa? Sei un’antisemita”. Dall’altro la ristoratrice che le dice: “I sionisti qui non sono benvenuti”. Comincia così il video che ha scaldato la domenica italiana, un video registrato a discussione già iniziata, che non riesce a documentare cosa abbia portato ad accendere i toni tra una famiglia israeliana e una ristoratrice in una taverna nel centro storico di Napoli.
E su questo vuoto si aprono le due versioni contrapposte: da un lato una donna che sostiene di essere stata cacciata con la sua famiglia dal locale perché israeliani e di essere stati vittima di razzismo e antisemitismo, dall’altra la ristoratrice che sostiene di essere stata vittima “di un episodio a scopo intimidatorio da parte di una avventrice che, dopo aver pranzato nel nostro locale, ha iniziato a parlare ad alta voce, facendo chiaramente intendere di essere sostenitrice dei crimini internazionali del governo israeliano contro il popolo palestinese”.
La titolare del locale, in un’iniziale nota, ha raccontato che la lite è nata quando nel piccolo spazio che ospita i clienti, i turisti israeliani hanno iniziato a parlare della loro terra con i turisti seduti al tavolo accanto: “Nasce una conversazione pacifica collettiva – sostiene -. Io parlo della nostra scelta di aderire alla campagna contro l’apartheid israeliano e il genocidio palestinese. Di punto in bianco, loro iniziano ad attaccarmi”. La Taverna aderisce alla “campagna contro l’apartheid israeliano e il genocidio palestinese”.
“La turista – prosegue la versione riportata dalla ristoratrice -, nel frattempo, ha iniziato a riprendere noi e i nostri lavoratori, nonché altri clienti senza consenso di chi veniva ripreso (inclusi minorenni di un’altra famiglia di clienti), per poi diffondere il video in rete (un reato), diffamandoci come sostenitori del terrorismo e antisemiti (un altro reato) e scatenando una campagna di odio che da ieri sfocia in messaggi anonimi con minacce di 1) spedizioni punitive, 2) distruzione del locale, 3) violenza fisica nei confronti della proprietaria e dello staff, 4) auspici di stupro della proprietaria (tutti reati).
Il video ha scatenato le reazioni social, diventando virale e portando a una accesa contrapposizione tra chi sostiene l’una o l’altra parte.
Napoli, Italy
The restaurant Taverna a santa chiara is facing backlash from Israel supporters for their standing against genocide and was flooded with bad reviews on Facebook and social media.
Bring them support and write nice reviews.
Thank you for standing with Palestine, we… pic.twitter.com/4fsGb9ZNdy— Eye on Palestine (@EyeonPalestine) May 4, 2025
“Alla luce della campagna di odio e mezzo social che è stata scatenata e delle minacce ricevute, volte a minare anche la nostra incolumità personale nonché l’andamento della nostra attività, sporgeremo formale querela“, ha fatto sapere la ristoratrice napoletana.