Fonte foto: comunicato stampa

Dalla fabbrica a Capodichino. Questa mattina i lavoratori Whirlpool di Napoli sono scesi di nuovo in strada. In oltre 200 hanno manifestato davanti all’aeroporto Internazionale di Capodichino contro la decisione di mettere fine alla produzione nello stabilimento napoletano. La manifestazione è proseguita pacificamente all’interno: i lavoratori sono rimasti in presidio nell’area commerciale dello scalo aereo.

“Incomprensibile – sono le parole del sindacato Fim-Cisl – il silenzio del presidente Conte e dei ministri che hanno fatto incoscientemente trascorrere 18 mesi senza indirizzare la vertenza verso i binari giusti. Auspichiamo che stiano utilizzando questo tempo per spiegare agli americani che devono rispettare quell’accordo, soprattutto in un momento dove il mercato dell’elettrodomestico si è completamente stravolto. Gli altri competitor, come Candy ed Elettrolux investono, Whirlpool viene meno ad impegni presi con il Governo stesso, a testimonianza che nella scellerata scelta di chiudere il sito di via Argine non ci sia alcuna ragione industriale”.

“Per noi della Fim Cisl – prosegue il sindacato – è necessario che il Governo si adoperi con degli strumenti legislativi che vincolino le multinazionali al rispetto degli accordi sottoscritti sui siti industriali in Italia e in Campania proprio a partire da Whirpool. Ogni giorno che passa è tempo perso per trovare soluzione alla vertenza. Continuiamo a ribadire ci sono tutti gli strumenti utili a partire dal decreto cura Italia, o il supporto di Invitalia, per poter permettere il prosieguo delle attività produttive a Napoli e la tutela dei 355 lavoratori di Napoli. È chiaro che come sindacato non resteremo a guardare l’ennesimo il Governo torto Industriale che si consuma ai danni della città e in Italia. È inaccettabile dover lottare prima con la Politica e poi con la multinazionale. Non lasceremo mai soli i lavoratori perché quello di Napoli è un presidio di legalità e lo difenderemo fino all’ultima goccia di sudore”.

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