Fonte foto: Pixabay

Sono arrivati a 200 i medici deceduti in Italia nella seconda ondata della pandemia da coronavirus. A portare il conto è la Federazione nazionale degli ordini dei medici, che con un comunicato ha reso noto il drammatico dato.

I nomi dei medici che perdono la vita a causa del Covid-19 vengono inseriti sul memoriale del portale della Federazione. Gli ultimi che sono andati ad allungare il triste elenco sono di un diabetologo di Isernia, il 64enne Antonio Antonelli, di un odontoiatra di Foggia, il 58enne Mauro Cotillo, e di un medico di continuità assistenziale di Serracapriola, il 62enne Giovanni Bissanti.

“Duecento colleghi deceduti per Covid-19. Non ce lo saremmo mai aspettati, quando tutto è iniziato. Eppure è successo”, dichiara il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli. “Il tema della sicurezza degli operatori sanitari deve essere una priorità di sanità pubblica, oggetto di una grande attenzione – commenta -. Gli ospedali si sono attrezzati per far fronte alla pandemia, creando percorsi sporchi e puliti e dotando il personale dei dispositivi individuali di protezione adeguati al grado di rischio. Lo stesso si deve fare sul territorio, potenziando le Usca, le Unità speciali dedicate alla cura del Covid-19, che devono affiancare e supportare i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta, i medici di continuità assistenziale, del 118, delle Rsa, gli specialisti ambulatoriali in un percorso di cura in piena sicurezza, per gli operatori e per gli assistiti”.

“La sicurezza è un diritto dei lavoratori, per i medici e gli operatori sanitari lo è in maniera particolare, in quanto è garanzia della sicurezza delle cure e dunque del diritto alla salute dei cittadini  – conclude Anelli -. I medici hanno il diritto di curare i loro assistiti, e di poterlo fare in piena sicurezza”.

In Campania il sindacato Anaao Assomed lancia la mobilitazione

La sicurezza, però, non viene garantita ovunque. Le condizioni in cui sono costretti a lavorare i medici e il numero di coloro che sono deceduti per Covid ha spinto l’associazione Anaao Assomed della Campania a lanciare per il prossimo lunedì 23 novembre il “d-Day”, una giornata di mobilitazione generale. La “d” – spiega il sindacato dei medici dirigenti – sta per “diffida, che contestualmente tutti i nostri iscritti, ma anche i non iscritti, saranno invitati ad inviare alle aziende per l’utilizzo improprio del personale”. E sta – aggiunge – per “Diritti, dignità, decoro della professione, gli stessi che sono stati calpestati a causa di profonde e incolmabili lacune organizzative, delle quali nessuno sta pagando le conseguenze se non pazienti e operatori sanitari”.

“In un momento di grande tensione dovuto alla seconda ondata di Covid – dichiara il sindacato dei camici bianchi campano – sono emersi i deficit organizzativi di una sanità in ginocchio e rispetto agli stessi nulla ad oggi è stato previamente concordato con le parti sociali, con chi lavora sul campo ogni giorno. I continui comportamenti antidemocratici e al limite della sostenibilità e dell’accettabilità tenuti dalle aziende e il silenzio istituzionale assordante dalla cabina di regia regionale ci obbligano ad una mobilitazione generale”.

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