Centinaia di imprenditori del mondo della ristorazione e dei bar pronti per chiedere un risarcimento danni al presidente della Regione Campania, Vincenzo de Luca, e ai componenti dell’Unità di crisi regionale. Sostengono di essere stati danneggiati dall’ultima ordinanza regionale con cui la Campania è stata confermata zona arancione. Un provvedimento adottato mentre i ristoratori si preparavano a riaprire per 4 giorni con limitazioni da zona gialla, prima dell’entrata in vigore della zona rossa disposta a livello nazionale per il periodo natalizio.

All’indomani della conferenza stampa del premier Conte, gli imprenditori avevano provveduto ad acquistare tutto l’occorrente per poter ripartire dopo due settimane di chiusura, si erano occupati della sanificazione dei locali, avevano iniziato a preparare il necessario, ad organizzarsi con i dipendenti. Ma hanno dovuto bloccare tutto.

“Oltre al danno derivante dall’acquisto di materie deperibili per un importo complessivo di almeno 200mila euro si aggiunge il danno derivante dal lucro cessante per un importo che si aggira intorno ai 100mila euro”, sono le stime effettuate dall’avvocato Angelo Pisani e dall’imprenditore Stefano Meer che si sono resi promotori dell’iniziativa legale. La loro valutazione si basa su 100 aziende rappresentative del settore. In poche ore – secondo quanto hanno comunicato – più di duecento imprenditori hanno deciso di fare ricorso.

“Dalle prime ore dell’alba di sabato- riportano Meer e Pisani – i titolari di esercizi pubblici coinvolti, solo per la giornata di domenica 20 dicembre, avevano provveduto ad eseguire sanificazioni ed effettuare acquisti di materie prime per un importo medio da 2mila euro ai 5mila euro, dove in alcuni casi si supera abbondantemente anche tale importo per le spese di organizzazione”.

I ristoratori, per questo, hanno bloccato le strade di Napoli sia ieri che sabato. La protesta è rientrata nell’attesa di una comunicazione della Regione, che ieri, in un incontro con le associazioni di categoria, si è impegnata a concedere dei ristori secondo modalità che non sono state ancora comunicate.

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