La situazione epidemiologica in Italia non migliora. I dati presi in considerazione per valutarla sono tutti peggiorati nell’ultima settimana. Ci aspetta, per questo, una proroga al 30 aprile dello stato di emergenza in scadenza il 31 gennaio, oltre a restrizioni che a partire dal 16 gennaio continueranno ad essere differenziate per regioni in base al livello di rischio di contagio da Covid-19. La novità sta nella possibilità di entrare nella zona bianca quando questo rischio si presenterà molto basso.

Le prossime misure restrittive contenute nel decreto che il Governo si prepara a varare sono state annunciate in un intervento al Senato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha fornito anche un quadro dell’epidemia in Italia.

L’intenzione è quella di confermare il divieto di spostamento tra regioni. Si avvia ad essere confermata anche la possibilità di ricevere a casa massimo due persone non conviventi.

Ulteriore limitazione è stata annunciata per i bar, per i quali si sta pensando al divieto di asporto a partire dalle 18 anche in area gialla. “Per evitare assembramenti”, ha dichiarato Speranza. In zona gialla c’è inoltre l’intenzione di riaprire i musei.

La campagna vaccinale lascia intravedere la luce in fondo al tunnel, ha detto il ministro della Salute, che ha invitato però a tenere alta la guardia: “Non abbiamo ancora vinto. Facciamo molta attenzione e non sbagliamo la lettura di questa fase decisiva. La nottata non è ancora passata, l’ultimo miglio è ancora lungo e irto di ostacoli da superare”.

“In Italia – ha esortato – non facciamoci portare fuori pista dalla circostanza che attualmente abbiamo un numero di casi leggermente più basso rispetto ad alcuni altri Paesi europei. I dati dell’ultima cabina di monitoraggio sono molto chiari e non vanno sottovalutati. Questa settimana si osserva un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. Aumentano contemporaneamente Rt, incidenza, tasso di occupazione delle terapie intensive e focolai di origine sconosciuta”.

Sulla base di questi parametri, “sono 12 le regioni e province autonome ad alto rischio, 8 sono a rischio moderato, di cui 2 – precisa – di progressione a rischio alto nelle prossime settimane, e una sola regione a rischio basso”.

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