Fonte foto: screenshot video

La base era un internet point. Chi aveva bisogno di documenti, andava lì, pagava e senza possedere i requisiti riusciva ad ottenere titoli falsi per restare in Italia e quindi in tutti i Paesi dell’area Schengen. In questo modo si erano riusciti a regolarizzare anche extracomunitari che vivevano in altri stati, ai quali veniva materialmente recapitato il documento di soggiorno italiano.

L’organizzazione è stata scoperta a Napoli dai carabinieri del Ros, nell’ambito di indagini avviate in seguito ai gravi attentati terroristici che hanno colpito tra il 2015 e il 2016 Francia e Belgio: prima, nel 2015, l’attentato a Charlie Hebdo e gli attacchi al Bataclan, allo Stade de France e a tre ristoranti parigini, poi, nel 2016, gli attentati a Bruxelles e a Nizza, dove un autocarro piombò sulla folla e la travolse.

Sono 14 gli indagati nell’inchiesta denominata “Mardan” oggi raggiunti dai carabinieri del Ros. I militari, col supporto del Comando provinciale dei carabinieri di Napoli, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal tribunale di Napoli nei confronti di 14 soggetti ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso ideologico e materiale.

Per 11 persone è scattato l’obbligo di dimora: 8 soggetti di nazionalità pakistana di cui 5 attualmente irregolari sul territorio italiano e 3 soggetti italiani dediti alla creazione di documentazione lavorativa falsa. Misure più restrittive sono state disposte per un commerciante 40enne pregiudicato, originario del Pakistan, Iqbal Naveed, ritenuto dagli inquirenti a capo dell’organizzazione criminale, che è stato trasferito in carcere, e altri due indagati ai quali sono stati applicati gli arresti domiciliari: Pasquale Averaimo, 65enne napoletano, e Lahoussine Chajaoune, 47enne originario del Marocco.

Contestualmente alle misure cautelari, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo dell’internet point gestito dal principale indagato, considerato base operativa del sodalizio, dove avvenivano anche gli incontri tra gli indagati.

Le indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli hanno permesso di documentare l’esistenza e l’operatività a Napoli dell’organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di extracomunitari pachistani, indiani, tunisini, marocchini, afghani, ucraini e russi, in alcuni casi provenienti da aree di crisi. A comporre l’organizzazione erano cittadini di nazionalità afghana, pakistana e italiana. Riuscivano a garantire illegalmente certificati di residenza, dichiarazioni di ospitalità, certificati di conoscenza lingua italiana, contratti di lavoro, iscrizione alla camera di commercio come commercianti, dichiarazione reddituale fasulla, nulla osta alloggiativo.

Grazie al contatto con soggetti localizzati in Francia e in Belgio, il sodalizio riusciva a garantire il documento di soggiorno italiano anche a soggetti privi dei requisiti per l’ottenimento del permesso di soggiorno che vivevano in altri stati.

Con la complicità di un dipendente del Comune di Napoli l’organizzazione riusciva ad assicurare, dietro corrispettivo, certificati che potevano rilasciare gli uffici comunali. Il dipendente comunale, operativo presso una Municipalità, era addetto al settore rilascio e rinnovo delle carte di identità, all’emissione di certificati di residenza o presa in carico di trasferimenti di residenza, alle variazioni di stato di famiglia. Secondo quanto hanno accertato le indagini dei carabinieri, indebitamente riceveva o accettava la promessa di somme di danaro per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio. Il dipendente aveva stabilito un tariffario con prezzi che variavano a seconda del tipo di atto da compiere.

I guadagni illeciti dell’organizzazione venivano mossi con transazioni bancarie e circuiti di Money Transfer, ed erano destinati a conti attestati in Pakistan, o attraverso l’hawala che permette il passaggio di ingenti somme di denaro tra soggetti in differenti nazioni, senza alcuna movimentazione di denaro in quanto basato su un prestito/anticipo fiduciario di denaro.

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