Fonte foto: topcongo.fm

Ammazzato con un colpo di arma da fuoco perché non indossava la mascherina durante la registrazione di un video. Questo il motivo per cui un poliziotto avrebbe sparato e ucciso uno studente a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo.

“Il nostro compagno, Honoré Shama, studente della facoltà di Lettere all’università di Kinshasa, stava registrando un video nell’ambito dei laboratori pratici del corso di commedia. Un poliziotto gli ha chiesto di mettere la sua mascherina durante la registrazione. Malgrado le sue spiegazioni e dopo aver mostrato la mascherina, il poliziotto, preso dalla rabbia perché aspettava piuttosto che ricevere soldi, l’ha accusato di fare resistenza e gli ha sparato a bruciapelo”, ha raccontato all’agenzia di stampa Afp un compagno della vittima che si trovava sul luogo dell’uccisione.

Numerose altre testimonianze sono state raccolte dalla radio Top Congo, molto seguita nella Repubblica democratica del Congo. Secondo un’altra rivelazione, sul posto, subito dopo la morte di Shama, la polizia avrebbe iniziato a sparare per disperdere la folla: “Venuti per ristabilire l’ordine, gli altri poliziotti si sono messi a esplodere colpi d’arma da fuoco per disperdere coloro che si erano accalcati per informarsi sull’accaduto”.

Per chi non indossa la mascherina in Congo è prevista una sanzione di 10 mila franchi congolesi (quasi 5 euro).  Ma a Kinshasa spesso i poliziotti vengono accusati di abusi e di intascare i soldi delle ammende senza emettere ricevute.

Nella versione dei fatti della polizia – riportata dalla radio Top Congo – gli agenti stavano portando via l’insegnante del laboratorio quando gli studenti si sono messi a lanciare proiettili per chiedere la sua liberazione. Il comandante ipotizza che, “volendo sparare un colpo di avvertimento a terra”, la vittima sia stata colpita al ventre per “imprudenza” ed è morta sul colpo.

L’agente che ha sparato è ora ricercato e, secondo quanto annunciato dal generale Sylvano Kasongo, sarà arrestato “affinché risponda di questo ignobile atto davanti alla giustizia”.

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