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La legge anti-aborto è di nuovo attiva in Texas. A due giorni dalla sospensione, decisa da un giudice statunitense su ricorso dell’amministrazione Biden, una corte d’appello l’ha ripristinata accogliendo la richiesta del procuratore generale del Texas, Ken Paxton.

“Una grande notizia”, ha commentato Paxton, e ha aggiunto che “continuerà a lottare per mantenere il Texas libero dall’eccesso federale”. Il governo texano aveva presentato immediatamente ricorso contro la sospensione della legge decisa dal giudice federale Pitman e ieri la corte del quinto circuito di New Orleans ha accettato di annullare il provvedimento.

La legge anti-aborto – il Senate Bill 8 – deve quindi essere di nuovo applicata. Entrata in vigore a settembre in Texas, vieta l’aborto dopo sei settimane di gravidanza, anche in caso di stupro e incesto, e dà la possibilità a chiunque di denunciare chi permette un aborto dopo che è stata rilevata l’attività cardiaca fetale.

L’amministrazione Biden si è detta sin da subito contraria alla legge e l’ha impugnata. Negli Stati Uniti l’aborto è legale dal 1973. E’ stato legalizzato con la sentenza Roe v. Wade, con la quale si stabilì la possibilità di interrompere la gravidanza fino alle 22 settimane di gestazione. Per questo, con l’entrata in vigore del Senate Bill 8, dal Texas molte donne sono andate ad abortire in altri stati degli Usa.

Ora il governo federale Usa potrà contestare la decisione della corte d’appello davanti alla Corte suprema degli Stati Uniti.

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