Ebbene sì, addio allo street food in Campania fino al giorno di Capodanno. E chi, fuori, sente il bisogno di un tè caldo o di bevanda zuccherata per rifocillarsi, può solo fermarsi in un esercizio commerciale: nella regione governata da Vincenzo De Luca per strada per i prossimi nove giorni si potrà bere solo acqua. I nuovi casi di positivi al Covid anche in Campania tendono ogni giorno ad aumentare e il presidente della Regione ha pensato di correre ai ripari con una ordinanza entrata oggi in vigore, che ha sollevato non poche polemiche.

Il provvedimento di De Luca vieta fino al 1°gennaio il consumo nelle aree pubbliche di cibo e bevande alcoliche e non. Per le strade, nelle piazze, nei parchi e nelle ville comunali non si può mangiare e per dissetarsi è consentita solo acqua. Il divieto vale anche negli spazi antistanti i bar e gli altri esercizi di ristorazione, ed è evidentemente stato pensato per evitare gli assembramenti in luoghi pubblici durante le feste di Natale. Resta consentito
il consumo ai tavoli all’aperto, nel rispetto del distanziamento previsto per evitare la diffusione del Covid.

L’ordinanza di De Luca vieta poi, nei luoghi pubblici all’aperto, lo svolgimento di eventi, feste o altre manifestazioni che possano dar luogo a assembramenti. E conferma l’obbligo di indossare le mascherina all’aperto in Campania.

Proibiti gli eventi in discoteche, sale da ballo e locali simili. Sono permessi solo pranzi e cene, da svolgersi nel rispetto delle misure di sicurezza previste contro il Covid19. Resta consentito lo svolgimento dell’attività di ristorazione negli alberghi.

Oggi e nei giorni di Natale, Capodanno e delle rispettive vigilie sarà anche vietato l’asporto di bevande diverse dall’acqua: dalle ore 11:00 alle ore 05:00 del giorno successivo, i bar e altri esercizi di ristorazione non potranno esercitare la vendita da asporto di bevande, alcoliche e non alcoliche, con esclusione dell’acqua. Il divieto non riguarda le strutture con cui è possibile ordinare, pagare e ritirare direttamente in macchina.

L’ordinanza dà la possibilità ai Comuni di chiudere temporaneamente specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare il rispetto della distanza di sicurezza e raccomanda l’intensificazione dei controlli, soprattutto nei luoghi dove normalmente si concentra la movida. La trasgressione delle misure comporta una sanzione che oscilla tra 400 e 1000 euro e la chiusura da 5 a 30 giorni per le attività.

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