Fonte foto: pixabay

Il Covid ha acuito il divario tra ricchi e poveri. Se fino ad oggi era solo una percezione, ora arrivano i dati elaborati da Oxfam ad avvalorarla. Dal rapporto “La pandemia della disuguaglianza” pubblicato dalla ong emerge che il patrimonio netto dei 10 miliardari più ricchi del mondo sia più che raddoppiato (+119%) dall’inizio della pandemia, superando il valore aggregato di 1.500 miliardi di dollari.

Il patrimonio del solo numero uno di Amazon, Jeff Bezos, nei primi 21 mesi di pandemia è aumentato di 81,5 miliardi di dollari, una cifra con cui si potrebbe coprire il costo completo della vaccinazione per l’intera popolazione mondiale, se si considera che il costo di ogni dose sia pari a quello della produzione del vaccino a mRNA di Pfizer.

Ogni giorno, da inizio pandemia, si sono aggiunti 26 nuovi miliardari nel mondo. In termini assoluti sono passati dai 2.095 di marzo del 2020 ai 2.660 di novembre del 2021, con un incremento di 565 unità.

A fronte dell’aumento dei miliardari e del loro patrimonio, nello stesso periodo si è registrato un aumento della povertà su scala globale. Secondo le stime della Banca Mondiale, dall’inizio della pandemia 163 milioni di persone in più vivono con meno di 5,50 dollari (circa 4,80 euro) al giorno rispetto al periodo pre-pandemico.

“È il sistema economico che strutturalmente produce disuguaglianza – si legge nel rapporto Oxfam -, è il modo in cui le nostre economie e società attualmente funzionano. Tale sistema colpisce prevalentemente le persone povere e gli appartenenti a minoranze
etniche, impoverendoli ulteriormente e negando loro opportunità. Colpisce in particolar
modo le donne, il cui lavoro di cura non retribuito molto spesso colma le carenze dei
servizi pubblici e assorbe gli shock delle crisi economiche. Costringe ragazze, minoranze
e persone più povere a lasciare la scuola. Distrugge il nostro pianeta”.

La pandemia ha finora accentuato una sperequazione sociale già esistente, in un mondo dove ogni 4 secondi 1 persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere. In ogni Paese le persone più povere vivono in media meno e sono soggette a una morte precoce rispetto a quelle che non sono povere. E le disuguaglianze non hanno fatto altro che favorire la pandemia.

In alcuni Paesi, le persone più povere hanno avuto quasi quattro volte più probabilità di morire di Covid19 rispetto alle persone più ricche. Secondo il rapporto Oxfam, il tasso di mortalità per contagio da Covid19 nei Paesi a basso e medio reddito è circa il doppio di quello nei Paesi ricchi. Inoltre, collegamenti sono stati trovati anche con le politiche sanitarie adottate: nei Paesi dove la spesa sanitaria privata è più alta si è riscontrata una maggiore mortalità per Covid.

A risentire di più della pandemia sono state le donne e le minoranze etniche. Le donne hanno perso complessivamente 800 miliardi di dollari di entrate nel 2020. E si stima che nel 2021 13 milioni in meno risulteranno occupate rispetto al 2019. Le lavoratrici informali sono state tra le più colpite economicamente: nel mondo sono 740milioni e durante il primo mese di pandemia il loro reddito si è ridotto del 60%. Hanno risentito dell’aumento del lavoro di cura non retribuito e di opportunità di lavori retribuiti ma insicuri e precari.

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