Il cursore va avanti e indietro su un monitor di circa 45 pollici. I suoni cambiano in continuazione al variare degli effetti applicati. Davanti al microfono, con le cuffie incollate alle orecchie, si prova fino a quando il sound non sembra quello giusto. Le onde sonore sono impresse anche sulle pareti, nell’appartamento dove Thieuf e Assane hanno allestito uno studio di registrazione. Sono arrivati dall’Africa con il sogno della musica e a Napoli hanno avviato due attività per la produzione e la distribuzione di canzoni: “Carbone14” e “One Voice Sound”. Così, da tre anni, provano a realizzare i sogni degli immigrati. E per i ragazzi rifugiati che non hanno ancora una occupazione svolgono il loro lavoro senza chiedere nulla, gratuitamente.

Thieuf Ndiaye, in arte “Nigga Thieuf”, 48 anni, era già un rapper affermato in Senegal. Nel Paese dell’Africa occidentale aveva già vinto diversi premi e lanciato il suo primo disco quando decise di partire 15 anni fa. Nel 2007, con un visto in tasca come artista, ha lasciato Dakar. Dopo un tour in Europa, si è fermato a Napoli, dove ha avviato collaborazioni con diversi artisti del posto.

Assane Ndiaye, in arte “dj Sass”, ha scoperto la passione per la musica quando aveva appena 9 anni, in Gambia. “Avevo uno zio che ascoltava sempre la musica reggae, la musica jamaicana. A un certo punto iniziai a domandargli cosa stava dicendo l’artista e lui mi spiegava. Mi innamorai di quel ritmo, di quei suoni”, racconta oggi che ha 25 anni. Il Paese dove è nato è ora lontano un mare e un deserto e sono passati 16 anni da quando quella musica iniziò ad aprirgli la strada che lo ha portato a diventare un dj. Dopo un periodo trascorso in un centro di accoglienza, l’incontro a Napoli con un dj, Abu, lo ha aiutato ad inserirsi nel settore.

È nell’appartamento in cui vive Thieuf che hanno allestito l’home studio dove fanno fiorire musica. Nel cuore del rione Sanità, tra i vicoli che profumano di tufo e caffè, con i volti di Totò e Sophia Loren sui muri dei palazzi antichi, stanno provando a creare una solida realtà imprenditoriale e solidale con le loro “magre disponibilità”. “Non è facile”, aggiungono.

“Solo di musica non possiamo vivere”, dicono. Per questo, sono costretti a svolgere altri lavori: fanno i mediatori culturali, gli interpreti e non disdegnano ogni altra opportunità di lavoro. L’impegno per la musica riesce ad essere comunque quotidiano. Ogni giorno si ritrovano nello studio casalingo e lavorano con il sogno di crescere, di dare un futuro a chi vorrebbe affermarsi nel mondo della musica, una strada per l’inclusione sociale a chi arriva in Italia senza un punto di riferimento. “Ci sono ragazzi che emigrano per scappare dalla guerra, dalla povertà, ma anche per realizzare dei sogni. C’è chi viene col sogno di fare il calciatore, chi con quello di fare musica”. E loro si propongono di offrirgli un’opportunità.

Thieuf e Assane hanno prodotto fino ad oggi oltre 50 singoli e seguono una decina di artisti, quasi tutti ragazzi immigrati. “Certe volte hanno il problema di trovare uno studio che soddisfi i loro desideri. Certe volte non si trovano con gli studi degli italiani, dicono che vogliono lavorare con noi, perché ci capiamo, per la nostra cultura africana”.

Thieuf e Assane non provano soltanto a fare affari, svolgono anche un’attività sociale: mettono a disposizione le proprie competenze e il proprio lavoro per consentire agli immigrati senza un lavoro di inserirsi nel mondo della musica, senza chiedere nulla in cambio. “Noi lavoriamo con molti dei ragazzi rifugiati. E con chi è senza una occupazione lavoriamo gratuitamente. Pure io sono un rifugiato – dice Assane – , quindi so cosa significa. Se sono venuti qui in Italia e non sono ancora stabili, però hanno la passione di cantare, di fare la musica, li aiutiamo in qualsiasi modo hanno bisogno”.

“Noi comprendiamo e gli facciamo delle registrazioni gratuitamente. Quelli che lavorano, invece, devono dare una quota per l’affitto, per comprare dei cavi, il microfono, o altri articoli per il lavoro”, spiega Thieuf. Ognuno versa una tariffa in base ai servizi che chiede: solo il singolo, singolo e video, Ep.

Yess Kalaama è arrivata a Napoli da Parigi. “Avevo una vacanza da fare, quindi ho deciso di venire a Napoli per visitare la città e per registrare con Thieuf”, rivela. Yess è una ragazza di appena 20 anni con la passione per il calcio e il rap. Gioca con la squadra femminile di Montreuil e canta hip-hop, mentre studia informatica e lavora nel capoluogo francese. Fino ad oggi ha già realizzato cinque singoli, di cui tre prodotti in Senegal e due a Parigi. In Senegal ha incontrato Thieuf e lì è iniziata la loro collaborazione. “Ho scelto Thieuf per la sua competenza, per la maturità, e perché è ‘sociale’ ”, dice.

“Ogni ragazzo che viene qui ha una sua storia – racconta Thieuf -. Ci sono anche ragazzi che vogliono cantare e non sanno da dove devono iniziare. La musica aiuta molto chi ha affrontato un percorso difficile. Ci sono ragazzi che arrivano con problemi seri. Quando vengono parliamo di tutto: dei loro viaggi, di quello che hanno vissuto durante il viaggio. E ci sono anche quelli che quando cantano non riescono a dare il 100%, perché si vede che c’è tutta l’emozione di stare davanti a un microfono, di cantare la propria storia, quello che si è vissuto. Certe volte, quando ti metti al loro posto, ti dici che per forza si devono aiutare questi ragazzi”.

“Ci sono tanti che vogliono fare la musica ma non hanno documenti – poi racconta – . Vogliono dimostrare l’arte che hanno dentro, vogliono condividere le loro emozioni con gli amici, con la famiglia in Africa, o di mandarla in Africa per dimostrare che hanno quello che cercano nella musica, che lo possono fare. Quindi noi siamo sempre qui a dargli una mano. Noi non abbiamo una situazione lavorativa stabile per dargli soldi o per aiutarli su un’altra dimensione, possiamo aiutarli solo con quello che facciamo, metterli sulla strada per fare musica, per fargli capire come fare per iniziare, come scrivere dei testi, cantare, come fare la registrazione. Man mano, poi, riescono a sentire la loro voce”.

Oltre a registrare i pezzi, Thieuf e Assane organizzano attività di formazione, serate e eventi per promuovere i prodotti che realizzano. Attraverso dj, speaker radiofonici, produttori che conoscono, fanno arrivare in tutto il mondo la musica che producono. “Noi conosciamo dj che si trovano in diverse parti del mondo, produttori, speaker radiofonici, presentatori televisivi in Italia, in Europa, nei Caraibi. Siamo in collegamento con loro, e quando escono le canzoni io provo a sentire queste persone, così i pezzi vanno dappertutto”, spiega Assane. “C’è un pezzo che abbiamo fatto ultimamente, uscito su Spotify, che già risulta arrivato in tutti i continenti. Abbiamo anche ascoltatori dalla Colombia, che era un po’ strano per noi, e in Australia”.

Il genere di musica che producono è reggae, hip-hop, dancehall, afrobeat, e i testi non sono in lingua italiana. “Però comunque riusciamo ad avere un pubblico anche in Italia. Ci sono persone che ascoltano e che ci supportano tantissimo”, rivela Assane.

Grazie alla partecipazione a un bando pubblico, “Resto al Sud”, Thieuf e Assane sono riusciti ad ottenere i fondi per creare uno spazio culturale. In una struttura presa nel centro di Napoli, in piazza Mercato, metteranno in piedi un locale e, al piano inferiore, allestiranno uno studio di produzione più grande. Con la produzione dei singoli, al momento, riescono a guadagnare poco. “Speriamo, col tempo, di poter guadagnare milioni”, afferma ridendo Assane.

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