Alle ultime elezioni sembra che abbia trovato diffusa applicazione una legge che prevede l’accesso ai seggi in base al genere sessuale. Si tratta di una procedura legale regolata da una legge del 1967 che fino ad oggi in molte sezioni spesso non è stata seguita. Alle ultime elezioni politiche di domenica 25 settembre pare invece che sia stata rispettata rigidamente un po’ ovunque, stando ai racconti che arrivano da diverse città italiane. Ciò ha aperto di nuovo il dibattito sulla necessità di abrogare una legge ormai obsoleta e discriminatoria.

A Bologna l’avvocato Cathy La Torre ha riportato la sua esperienza e ha deciso di intraprendere la sua battaglia legale per fare in mondo che questa regola possa essere cancellata.  La Torre ha querelato uno scrutatore che le avrebbe imprecato contro quando ha chiesto di verbalizzare che “la divisione in file fra maschi e femmine viola privacy e riservatezza delle persone trans così costrette a fare un coming out davanti a tutti”.

“La presidente mi dice che lo chiedo ogni anno ma non cambia mai nulla – ha raccontato sui social La Torre – , io rispondo che se sono a votare è perché credo ancora che serva e così la penso per ogni singola battaglia”. “Uno scrutatore – ha poi aggiunto – sentendomi insistere di mettere al verbale quanto detto, chiama le forze dell’ordine. Non contento, mi diffama chiamandomi ad altissima voce pazza”. “Lo scrutatore è appena stato querelato – ha rivelato l’avvocato – Ma che a un seggio si abusi così di potere e legge è un fatto che non possiamo accettare. Le file uomini e donne sono lesive della privacy di chi sta facendo una transizione di genere e io non sono pazza se chiedo di metterlo a verbale”.

Le procedure di voto in Italia sono regolate dal decreto del presidente della Repubblica numero 223 del 1967, che all’articolo 5 prevede la suddivisione per genere delle liste elettorali. Per cui, le persone transessuali che sui documenti hanno un’identità di genere che non corrisponde a quella attuale, spesso sono costrette a rivelarsi pubblicamente.

Molti attivisti LGTBQ+ hanno denunciato la discriminazione nei seggi elettorali subita durante le elezioni di domenica. Hanno raccontato le loro esperienze sui social e spiegato di come si siano sentiti costretti a rivelare in pubblico la loro transessualità.

 

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