Domani, 13 ottobre 2022, l’avvio ufficiale della diciannovesima legislatura italiana: convocata alle 10 la prima seduta pubblica della Camera dei Deputati e alle 10,30 quella del Senato. La prima riunione non poteva essere fissata oltre i 20 giorni dalle elezioni politiche, avvenute lo scorso 25 settembre. La legislatura sarà aperta, alla Camera, dall’ex vicepresidente più anziano, Ettore Rosato, e al Senato dal più anziano dei componenti, che sarà Liliana Segre in sostituzione di Giorgio Napolitano, assente per motivi di salute.

L’ordine del giorno prevede la costituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza, la costituzione della Giunta delle elezioni provvisoria, la proclamazione di deputati e senatori subentranti e l’elezione a scrutinio segreto dei presidenti delle due camere, che solitamente richiede qualche giorno.

Alla Camera servirà una maggioranza dei due terzi dei componenti per l’elezione del presidente al primo scrutinio, al secondo e al terzo una maggioranza dei due terzi dei voti espressi, dal quarto basterà la maggioranza assoluta dei voti. Al Senato per eleggere il presidente servirà nei primi due scrutini la maggioranza assoluta dei componenti, dal terzo la maggioranza assoluta dei presenti, altrimenti si procederà a un ballottaggio tra i due candidati più votati nella terza votazione, e sarà eletto il più votato tra i due e, a parità di voti, il più anziano.

Nel Parlamento il centrodestra gode di una larga maggioranza, ma nello schieramento non sembra che sia stato raggiunta un’intesa sui nomi da proporre al Senato e alla Camera. Tra i nomi che circolano, al Senato c’è quello di Ignazio La Russa, che sarebbe il candidato alla Presidenza che vorrebbe Fratelli d’Italia, la Lega invece sembra più propensa per Roberto Calderoli.

Entro due giorni dalla prima seduta delle camere, i deputati e i senatori dovranno aderire ai gruppi parlamentari, che dovranno essere costituiti da almeno 20 deputati alla Camera e da 10 senatori al Senato, chi non fa parte di nessun gruppo entrerà nel “gruppo misto”.

Dopo le elezioni alle camere, il presidente della Repubblica convoca al Quirinale i presidenti dei vari gruppi parlamentari, i leader delle coalizioni, i presidenti delle camere e gli ex presidenti della Repubblica e al termine delle consultazioni deciderà se e a chi assegnare l’incarico per la formazione del nuovo governo. Si tratterà molto probabilmente di Giorgia Meloni, leader del partito più votato alle elezioni.

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