Più tappa obbligata, perché segnata sulle cartine turistiche della città, che vera immedesimazione nell’arte presepiale. Oggi è questa l’impressione che si ha percorrendo via San Gregorio Armeno, strada del centro storico di Napoli celebre per le botteghe artigiane di presepi le cui prime testimonianze risalgono all’anno 1000, per arrivare sino ai giorni nostri passando per la stagione d’oro del 1700.

La 151esima Fiera di Natale è stata appena inaugurata e le espressioni, i movimenti, il passo lungo e quasi forzato dei visitatori che vi passeggiano nei giorni di pioggia pre-natalizi di novembre sembrano segnare ancora di più lo “switch’’ nell’approccio del transito nella famosa strada dei pastori. Gli occhi di chi arriva da altre zone d’Italia e anche dall’estero – ma il discorso si può traslare anche ai napoletani – sono ormai più simili a quelli dei fruitori dell’attrazione di un semplice Luna Park. Si tratta di un altro segnale, inequivocabile, della trasformazione di Partenope, da città intrisa di cultura e storia a centro esageratamente e confusamente turistico, con l’identità sempre più sbiadita. La metamorfosi ha determinato anche il progressivo allontanamento dei suoi abitanti, colpiti dai rincari degli affitti e dalla trasformazione di vecchi palazzi abitati in strutture ricettive e B&B.

Nel veloce passo nella strada dei pastori, molti visitatori sembrano non notare nemmeno la chiesa di San Gregorio Armeno, di stile barocco, con un bellissimo chiostro e un bellissimo convento. Il complesso è conosciuto anche come chiesa di Santa Patrizia, protettrice della città al pari del più “trendy’’ San Gennaro, la “Faccia Gialla” il cui murales realizzato dallo street artist Jorit campeggia all’ingresso di Forcella all’angolo di via Duomo, dove sorge la cattedrale di Napoli.

I selfie

La fatica di un anno di lavoro dei maestri bottegai, la loro fantasia per la realizzazione dei vari personaggi famosi e dei presepi con le loro scene di vita quotidiana vengono molte volte ignorate. A confermare questa impressione sono i selfie scattati quasi sempre con le stesse statue di dimensioni altezza d’uomo: quella del cantautore napoletano Pino Daniele, nato e cresciuto non lontano da San Gregorio Armeno, nel quartiere Pendino-Porto-San Lorenzo del centro storico di Napoli, e di Diego Armando Maradona, quasi un Dio per i napoletani, viste le sue gesta calcistiche. Capitava lo stesso anche con Cristiano Ronaldo quando giocava nella Juventus e per altri personaggi, poi rimossi. Non mancano foto alle bancarelle esposte fuori ai negozi dei presepi.

Le attrazioni mainstream

Le principali attrazioni sono quindi le riproduzioni dei personaggi del momento. L’attenzione sembra invece scarsa verso la casa della Natività di Gesù, il panettiere, il monaco, il pescatore, il vinaio che sono così espressivi nel volto e nelle azioni – bravura dei presepisti, ovviamente – da poterci persino dialogare. Anche le scene animate sembrano passare inosservate. L’occhio indugia, nel 2022, soprattutto sulle statuette del presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e della Regina Elisabetta II ,scomparsa l’8 settembre scorso, le due figure più gettonate.

In buona parte la visita a San Gregorio Armeno consiste in una toccata e fuga, un intervallo tra pizzette e babà, peraltro sempre più cari. Sono molti i turisti arrivano, guardano distrattamente i presepi, non comprano nulla (o quasi), ma sono pronti a criticare. In alcuni casi, con giusta ragione. L’esempio concreto a questa narrazione la offrono le considerazioni di alcune turiste incrociate in via San Gregorio Armeno. Giuseppina arriva da Milano, passeggia nella strada del centro storico di Napoli nonostante la pioggia del 22 novembre (allerta meteo in Campania per quella giornata) con un gruppo di amici. Entra all’interno dell’androne dei maestri Capuano e scatta delle foto. Nessun acquisto da segnalare. Il suo giudizio non è entusiastico: «San Gregorio è un po’ trascurata, un po’ sporca e con tanti edifici in ristrutturazione – afferma – Sono stata qui cinque anni fa ed era uguale. Peccato, perché a Napoli è la terza volta che ci veniamo”. La visitatrice non è così colpita nemmeno dal sapore del cibo. “È buono ma è pesante”.

Non sono così diverse le considerazioni, all’unisono, di Anna e Asia, provenienti da Sanremo. Anche loro fanno la foto a Giorgia Meloni, a Queen Elizabeth, ai calciatori del Napoli, alle statuine degli attori esposte sulle bancarelle, senza comprare nulla. Entrambe non sembrano interessate a scrutare l’arte del presepe. E non per la pioggia, visto che indossano due mantelline. “È la prima volta che veniamo qui, siamo appena arrivate. La città è molto bella e caratteristica ma un po’ trascurata. L’abbiamo trovata sporca purtroppo”, la loro posizione.

A questo, sollecitato dai giornalisti, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: Asia Napoli (la società del Comune che si occupa dello spazzamento della città, ndr.) sta facendo un grande lavoro, noi stiamo anche cooperando con i commercianti per evitare che si possano creare situazioni di disagio. Nelle ultime settimane. il centro storico è molto migliorato dal punto di vista della gestione del decoro anche perché c’è il nuovo spazzamento. Sappiamo anche che la città, i servizi, la sicurezza saranno messi sotto pressione, ci vuole grande responsabilità». Il primo cittadino di Napoli annuncia un milione di presenze a Napoli per il Natale.

La risposta degli artisti del presepe e il volume di affari

Elisabetta Grammatica ascolta la conversazione di Tell con le due turiste liguri. La donna gestisce insieme al marito Carmine De Maria il negozio “Arte in Movimento”, un’altra bottega storica. La commerciante confuta le parole di Anna e Asia. “Non ci risulta che sia abbandonata, un po’ di spazzatura non raccolta in tempo c’è, ma gli artigiani ogni mattina contribuiscono a tenere la strada pulita. A volte ci sono cestini pieni vicino a bar e pizzerie, ma non la trovo così sporca”. Ma il vero obiettivo per questo periodo di Natale è ovviamente cercare di tornare al volume di affari pre Covid, visto che si tratta del primo vero anno senza vere restrizioni dopo un biennio complicato. È andato bene questo novembre quasi concluso? Elisabetta Grammatica risponde: “Ni. Forse a dicembre andrà meglio. Probabilmente la gente sta risparmiando per il prossimo mese. C’è la guerra in Ucraina e i costi dell’energia sono aumentati, tutto ciò influisce sulla capacità di spesa delle persone. I nostri prezzi sono fermi – conclude Elisabetta – le materie prime invece sono più alte ma nonostante ciò non abbiamo aumentato i prezzi. Un pastore, in media costa tra i 10 e i 20 euro, anche se la luce ora ci costa il doppio”. E il guadagno, spesso, è tutt’altro che assicurato in queste condizioni.

La scuola per imparare l’arte del presepe

Per non disperdere l’arte presepiale, che rischia di soffocare sotto la coltre del mero consumismo, sta per nascere a Napoli una scuola di formazione rivolta ai ragazzi della città, ma anche a chi proviene da altri contesti italiani, in nome dell’incontro tra diverse realtà del Paese. Il lancio dell’idea si deve a Vincenzo Capuano, presidente dell’associazione “Le Botteghe di San Gregorio Armeno”, che sarà affiancato nel percorso da l’Altra Napoli Onlus. L’idea è di dare piena concretezza al progetto subito dopo le feste di Natale, periodo di intenso lavoro per i maestri presepisti. “La scuola – spiega Capuano – sorgerà o all’interno di un palazzo di proprietà privata, proprio a San Gregorio Armeno, da recuperare o in uno di via del Grande Archivio (sempre nel centro storico di Napoli, ndr.) di pertinenza del Demanio, luogo di un asilo nido fatiscente. In questo secondo caso la concessione potrebbe essere più facile. Con l’Altra Napoli Onlus abbiamo già presentato una bozza al Comune, alla Camera di commercio e alla Regione. Tra pochi giorni presenteremo il progetto definitivo”.

“L’obiettivo principale – aggiunge Vincenzo Capuano, maestro bottegaio – è dare un’opportunità ai ragazzi di Napoli e accogliere chi da altre città d’Italia o estere vuole imparare quest’arte. Abbiamo già tante richieste da Comuni italiani che vorrebbero che si organizzassero delle fiere. Avendo dei ragazzi formati li indirizzeremo anche al lavoro”. Non è tutto. “Speriamo che l’arte dei presepi possa diventare presto patrimonio immateriale dell’Unesco – prosegue Capuano -. Il maestro presepiale dev’essere scultore, scenografo, pittore. Poi si apre il mondo della miniatura con la cera e il legno, e c’è il mondo vasto della sartoria, con i costumi di fine ‘700. La scuola avrà quindi quattro o cinque indirizzi”.

La Fiera di Natale numero 151: le speranze e i problemi

Martedì 22 novembre è stata presentata nel chiostro della chiesa di San Lorenzo la 151esima edizione della fiera di Natale di San Gregorio Armeno. La speranza è che, messa alle spalle la parte più pesante della pandemia da Coronavirus, la libertà riacquistata possa dare beneficio agli affari. Lo stesso presidente dell’Associazione delle Botteghe di San Gregorio Armeno parla di “rinascita”. “Dopo due anni – dice – vedere tanta gente è già una cosa molto importante, al di là dell’aspetto economico. La prospettiva è buona”.

Per agevolare il flusso, l’amministrazione cittadina ha istituito dal prossimo 3 dicembre e sino al 24 dicembre il senso unico pedonale in via San Gregorio Armeno dall’intersezione con via San Biagio dei Librai/vico Figurari, in direzione Piazza San Gaetano. Nello specifico: sabato 3 e domenica 4 dicembre 2022, dalle ore 09:00 alle ore 21:00; da mercoledì 7 a domenica 11 dicembre 2022, dalle ore 09:00 alle ore 21:00; da sabato 17 a venerdì 23 dicembre 2022, dalle ore 09:00 alle ore 21:00; sabato 24 dicembre 2022, dalle ore 09:00 alle ore 15:00.

Madrina di questa edizione 2022, l’attrice Marisa Laurito, peraltro direttore artistico del teatro Trianon di Napoli, con sede a Forcella. Ricordando le passeggiate in via San Gregorio Armeno con lo scrittore e filosofo, suo grande amico Luciano De Crescenzo, che le raccontava spesso la storia di Benino, il pastore dormiente, la Laurito si dice entusiasta. “Evviva, ritorniamo alla bellezza, al sogno e a un Natale vero, senza doverci distanziare. Ho voglia anche di comprare, perché ogni anno aumentano i pastori e si compra qualcosa in più da poggiare sul presepe».

Ma sul rilancio per questo Natale di San Gregorio Armeno c’è l’incognita luminarie. Ancora oggi le tipiche luci di Natale non ci sono, nonostante la Città Metropolitana di Napoli abbia stanziato 1,5 milioni di euro, 150.000 euro per ognuna delle dieci municipalità cittadine. Due gare per l’affidamento delle installazioni sono andate deserte e i costi degli allacci Enel rappresentano una difficoltà non da poco. L’amministrazione comunale di Napoli e la Municipalità di competenza, quella Quarta di San Lorenzo, che si occupa di questa parte del centro storico cittadino, contano di avere il posto illuminato per la data fatidica dell’8 dicembre. Possibile, però, che il tutto slitti alla metà del mese.

Su San Gregorio Armeno c’è ancora l’oscurità sul futuro viste le attuali abitudini dei turisti e le difficoltà burocratiche che rallentano le azioni delle istituzioni. E il vero volto della strada, sembra ormai sempre più coperto.

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