Bola Tinubu è il nuovo presidente della Nigeria. L’ufficializzazione dopo giorni di uno spoglio avvenuto tra caos e polemiche e la richiesta di annullamento del voto da parte dei partiti di opposizione.

Il 25 febbraio in Nigeria, il Paese più popoloso d’Africa, si sono tenute le elezioni per scegliere il presidente che avrebbe preso il posto dell’uscente Muhammadu Buhari (che ha concluso due mandati).

Ad essersi candidati erano in 18, ma a contendersi la vittoria erano solo in tre e per la prima volta dalla fine della dittatura, nel 1999, nessuno dei tre principali aspiranti aveva un passato nell’esercito: Bola Ahmed Tinubu, 70 anni, candidato del Partito di tutti i progressisti (Apc) di Buhari; Atiku Abubakar, 76 anni, candidato del Partito democratico popolare (Pdp); Peter Obi, 61 anni, candidato alla presidenza del Partito laburista.

Tutti gli occhi dei giovani erano puntati su Peter Obi, e a metterci il carico è stata anche la coordinatrice della sua campagna, Aishat Yesuful. “Il candidato Obi ha quella che si dice mancare agli altri due candidati: empatia con i problemi delle persone comuni” ha dichiarato Yesuful. La campagna di Obi, infatti, si è concentrata sui giovani, sulla corruzione e su come i vecchi governanti abbiano rubato il futuro alle nuove generazioni. Lo slogan che ne è derivato è stato: “Una nuova Nigeria è possibile attraverso i giovani”. Ma la Nigeria è il paese con l’età media più bassa al mondo: i giovani rappresentano il 28% della popolazione, 52,2 milioni di persone di età compresa tra 18 e 35 anni, e nel 2022l’età media in Nigeria era di 18 anni. I voti dei giovani, dunque, non sono bastati per far vincere Peter Obi.

Più di 87 milioni di elettori registrati sono stati chiamati alle urne per scegliere chi avrebbe preso le redini del Paese e a vincere, con il 8,8 milioni di voti (circa il 36,6% del totale), è stato Bola Ahmed Adekunle Tinubu, conosciuto anche come “il padrino di Lagos” poiché ha contribuito alla crescita della città di Lagos, diventata il centro economico e finanziario del Paese che attira i maggior investimenti, anche se nel tempo è stato accusato di aver assegnato appalti e contratti di lavoro in modo non trasparente a persone a lui vicine e leali, indipendentemente dalle loro capacità.

In molti, però, sono rimasti delusi dai risultati, a tal punto che è stato richiesto l’annullamento e la ripetizione del voto da parte dei partiti di opposizione.
In una conferenza stampa congiunta ad Abuja i rappresentanti del Partito democratico popolare, del Partito laburista e del Congresso democratico africano hanno definito i risultati provvisori diffusi dall’organismo elettorale come “pesantemente falsificati e manipolati“. Le opposizioni, dunque, hanno denunciato brogli e violenze, chiedendo l’annullamento delle elezioni e le dimissioni del presidente della commissione elettorale, che ha respinto le accuse.

Ebbene, ci sarà molto lavoro da fare nel gigante africano: la problematica del petrolio, per citarne uno, ove la Nigeria aveva un potenziale di estrazione di circa 2 milioni di barili al giorno, ma la cifra è diminuita nel tempo fino a raggiungere numeri che vanno da 1,2 milioni a 1,3. Non manca la preoccupazione sul lato economico, poiché nel 2022 l’inflazione è aumentata per dieci mesi consecutivi, scendendo appena al 21,3 per cento secondo gli ultimi dati pubblicati il mese scorso dall’Ufficio nazionale di statistica nigeriano. Un altro importante problema da affrontare è la disoccupazione che colpisce la Nigeria, poiché sembrerebbe che il 33 per cento della popolazione è attualmente senza lavoro, percentuale che sale al 42,5 per cento per i giovani adulti. Secondo la Banca mondiale, quattro nigeriani su dieci vivono al di sotto della soglia di povertà e non hanno istruzione e accesso alle infrastrutture di base, come elettricità, acqua potabile e servizi igienici migliorati.

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