Fonte foto: Medici Senza Frontiere

Non si fermano gli sbarchi di migranti sulle coste del nostro Paese. Nelle ultime 24 ore sono stati almeno 400 gli approdi in Italia. A Lampedusa, che resta in una situazione complicata per i continui arrivi e le conseguenze difficoltà a contenere i migranti nelle strutture di accoglienza ormai al collasso, nella notte tra martedì e mercoledì in 43 – di questi, 12 donne e 3 minori – sono stati soccorsi da una motovedetta di Frontex (l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera). Le persone viaggiavano su un barchino in ferro finito alla deriva a 13 miglia dalla costa dell’isola siciliana. A tale intervento si aggiunge la segnalazione della Capitaneria di Porto di altri 3 barchini alla deriva con 111 migranti a bordo, tra essi donne e bambini.

Purtroppo, la lista delle persone decedute durante i viaggi della speranza in mare tra il Nord Africa e l’Italia è in continuo aggiornamento. L’ultima morte accertata in ordine di tempo è quella, mercoledì, di un 20enne del Burkina Faso che viaggiava verso Lampedusa dalla Tunisia, nazione da dove oramai le partenze sono aumentate a dismisura anche a causa della crisi economica del Paese. Il giovane era insieme ad altre 55 persone, 11 delle quali donne e 4 minori. Il barchino di 7 metri in ferro s’è d’improvviso ribaltato con di chi l’occupava finito in mare, tra questi una bambina di 4 anni fortunatamente salvata dalla Guardia Costiera. Non è stato così per il ragazzo del Burkina Faso di cui è stato soltanto possibile constatare il decesso. Sulla vicenda, la Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un’inchiesta. Sempre ieri, in mattinata, a Crotone sono arrivate altre 164 persone che hanno viaggiato per 4 giorni su uno yacht lussuoso partito da Imzir, in Turchia. Il percorso fatto è lo stesso del caicco della strage di Cutro dello scorso 26 febbraio.

I numeri dell’immigrazione in Italia forniti da Ismu

Intanto dalla Fondazione Ismu – Iniziative e Studi sulla Multietnicità con sede a Milano che si occupa di ricerca scientifica indipendente, arrivano alcuni interessanti dati sull’immigrazione dal 2012 a oggi riguardanti il nostro Paese. “Negli ultimi dieci anni – affermano da Ismu – gli sbarchi di migranti sulle coste italiane hanno registrato andamenti altalenanti con picchi in corrispondenza di gravi crisi umanitarie dovute a conflitti, guerre, carestie, peggiorate condizioni economiche dei paesi di origine dei migranti in fuga’’.

Se nel 2012 gli approdi in Italia via mare hanno fatto registrare un numero contenuto, circa 13.000, tra il 2013 e il 2014 l’acuirsi della crisi siriana a causa della guerra civile di quel Paese e l’aumento di conflitti, carestie, instabilità politica ed economica è coinciso con un aumento considerevole degli arrivi. Nel triennio 2014-2017 si sono registrati più di 625.000 approdi sulle nostre coste: 170.000 solo nel 2014 e ben 181 mila arrivi via mare, in 12 mesi, nel 2016, quando si è raggiunto il picco. Dopo i vari accordi con la Libia – che molte Ong e altre organizzazioni umanitarie ricordano essere porto non sicuro – a metà 2017 gli sbarchi hanno subito un calo numerico toccando le sole 11.000 unità nel 2019. Da Ismu ricordano poi un nuovo aumento degli sbarchi a partire dal 2020 anno in cui si sono registrati 34.154 arrivi, saliti notevolmente nel 2021 con 67.040 sino a superare le 105.000 unità nel 2022. Da Ismu dipingono un quadro non dissimile per questo primo scorcio di 2023. “Anche i primi tre mesi e mezzo del 2023 confermano tale tendenza, con numeri rilevanti: al 17 aprile scorso oltre 34mila persone hanno raggiunto le nostre coste via mare, quasi il 300% in più rispetto al primo trimestre dell’anno precedente’’.

Provenienza dei migranti

Complice l’infuriare della guerra in Siria, tra il 2013 e il 2014 i cittadini in fuga da quel Paese furono 42.000, rappresentavano un quarto delle persone sbarcate in Italia, che soltanto nel 2012 non superavano il 4,4% stando alle rivelazioni di Ismu. Nel 2021 i siriani che hanno raggiunto le nostre coste sono stati 2200 e 8.600 nel 2022, (risultando la quinta nazionalità dei migranti approdati). Nel 2016 e nel 2017 la nazionalità preminente dei migranti è risultata essere quella nigeriana (rispettivamente 38.000 e 18.000), mentre nel 2018 la provenienza maggiore ha riguardato la Tunisia. Per quanto riguarda l’anno appena trascorso, Iniziative e Studi sulla Multietnicità ricordano: “ Nel 2022 appena concluso la classifica vede ai primi tre posti le medesime provenienze del 2021 ma con il “sorpasso” degli egiziani, che con oltre 20 mila arrivi costituiscono un quinto di tutti gli sbarcati – e aumentati del 145% in un anno; i tunisini al secondo posto (18mila) e terzi i bangladeshi (15mila). Nel 2022 tornano in graduatoria i migranti in fuga dall’Afghanistan: al quinto posto con oltre 7 mila arrivi via mare nel corso dell’anno. Nei primi mesi del 2023 invece tornano rilevanti le provenienze dall’Africa sub-sahariana, in particolare dalla Costa d’Avorio e dalla Guinea’’.

Tanti i minori sbarcati

Le rilevazioni di Ismu danno un’altra conferma: sono tantissimi i minori sbarcati. Dall’Istituto parlano di “significativa presenza di minori non accompagnati’’. Per l’anno 2023, sino allo scorso 17 aprile, sono giunti in Italia 3.358 minori soli e cioè il 10% del totale dei migranti sbarcati in Italia. Per ciò che concerne l’anno 2022 sono stati 12.690, la maggior parte dei quali di nazionalità egiziana con oltre 4.000, un terzo di tutti i minori giunti da soli in Italia l’anno scorso con un aumento del 121% rispetto al 2021. Sempre nel 2022 però, chiariscono da Ismu, si è assistito a un arrivo “sostenuto’’ di giovani tunisini, 2333, che dal “2020 in particolare costituiscono gli arrivi più consistenti’’. Non solo, “da segnalare il ritorno in graduatoria di due provenienze a lungo assenti tra le principali: 1.345 giovani afghani (al terzo posto per numero di arrivi via mare nel 2022) in fuga dalla tormentata situazione in cui versa il loro Paese; e i giovani siriani che se numericamente non particolarmente numerosi (438), hanno registrato il più significativo aumento relativo in un anno, pari a + 222%. Diminuiti invece del 76% i giovani bangladeshi, che nel 2021 erano arrivati via mare in oltre 1.400’’.

Il sistema di accoglienza

Tanti i dati su cui riflettere anche in relazione agli ospiti nelle varie strutture di accoglienza del nostro Paese. Per il 2023, sino al 15 aprile scorso, sono risultati 115.000 i migranti presenti. Da Ismu ricordano come “il sistema di accoglienza italiano risente in modo significativo dell’andamento degli sbarchi: ha registrato numeri importanti in particolare negli anni 2015-2017 – gli anni della “crisi europea dei rifugiati” – quando dalle 66mila presenze di fine 2014 si è passati rapidamente a superare le 100mila unità nel 2015 e sfiorare le 185mila a fine 2017’’. Dal 2018 i numeri sono al contrario calati a causa, evidentemente, del calo degli sbarchi. Nel 2019, nel 2020 e nel 2021 le presenze sono scese sotto le 100.000 unità. Nel 2022, al 31 dicembre, con la ripresa degli sbarchi, la soglia dei migranti accolti nelle varie strutture italiane ha raggiunto le 107.000 presenze. In particolare, secondo Ismu, “a fine 2022 quasi 2mila migranti erano accolti negli hotspot di Sicilia e Puglia; 72mila nei centri di accoglienza straordinari sul territorio nazionale (di cui oltre 9mila nella regione Lombardia) e 33mila nei centri SAI (tra questi 5mila in Sicilia)’’.

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