Colpito da un missile e precipitato a 300 km da Mosca, l’aereo sul quale si ritiene che viaggiasse. Evgenij Prigozhin, il capo del gruppo Wagner, sarebbe morto così nel pomeriggio di mercoledì in Russia. Si attendono conferme, nonostante da più parti l’uccisione venga data praticamente per certa. Amico personale del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, tanto da essere soprannominato “il cuoco di Putin’’, data la sua precedente attività di ristorazione, Prigozhin era a capo della milizia privata Wagner, formata soldati e mercenari impegnati in diversi teatri bellici: dalla Siria all’Africa, sino al fronte ucraino nel corso della “operazione militare speciale”, così la Russia definisce l’intervento bellico in Ucraina, con una massiccia presenza soprattutto a Bakhmut, nel Donbass e già in precedente in Crimea (annessa dai russi nel 2014).

Condannato a 9 anni di carcere per il reato di sfruttamento della prostituzione a San Pietroburgo, città dove era nato proprio come Vladimir Putin, divenuto poi venditore di hotdog prima di allargare il suo giro di affari nel mondo del catering, il leader della Wagner nell’immaginario collettivo è soprattutto quello che il 24 giugno scorso guidò la “marcia su Mosca’’ osando sfidare il potere putiniano. Prigozhin ha tentato di arrivare sino al Cremlino per contestare la gestione dell’operazione speciale in Ucraina, soprattutto del Ministro della Difesa Sergej Šojgu e del capo di Stato Maggiore Valerij Vasil’evič Gerasimov, senza, apparentemente, dare responsabilità dirette al presidente Putin. Diverse le basi militari finite sotto il controllo della Wagner (a Rostov e non solo), prima di fermarsi a circa 200 km da Mosca con una trattativa che ha coinvolto anche la Bielorussia, dove poi Prigozhin si è recato per un periodo. La scelta di Prigozhin di marciare su Mosca non poteva lasciare indifferente il presidente Putin, che all’epoca la definì una “pugnalata alle spalle’’. Molti analisti internazionali avevano parlato del rischio di uccisione di Prigozhin, nonostante il salvacondotto di spostare le sue truppe a Minsk e un recente viaggio in Africa dove da anni opera la Wagner.

Ieri, poi – peraltro alla vigilia della festa dell’Indipendenza dell’Ucraina – l’epilogo che molti molti analisti ipotizzavano: Prigozhin e altri della Wagner, compreso il suo vice e fondatore della milizia Dmitry Utkin, avrebbero perso la vita, mentre erano su un aereo a meno di 50 km da una delle residenze di Putin, quella di Valdaj. Lo schianto del velivolo, avvenuto poco dopo le 18 di Mosca – le 17 in Italia – è stato filmato da diverse persone con il cellulare e il video finito su internet. Alcuni pezzi dell’aereo privato sono stati ritrovati a diversi km di distanza dall’impatto con il suolo e recuperati per delle indagini. Ma il capo della Wagner è davvero morto? Bomba a bordo con un’esplosione come ipotizzano alcuni inquirenti? Missile della contraerea russa? Per ora è difficile stabilire la dinamica dell’accaduto. Una fonte dello stesso potere russo avrebbe detto al sito Meduza: “Putin non perdona queste cose’’, alludendo al “tradimento’’ per il tentato golpe di 2 mesi fa.

L’analisi

L’Institute for the Study of War (ISW), ha detto in proposito: “Putin quasi certamente ha ordinato al comando militare russo di abbattere l’aereo di Prigozhin. Sarebbe estremamente improbabile che elementi dell’esercito russo, in particolare il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Valery Gerasimov, abbiano giustiziato Prigozhin senza l’ordine di Putin il quale, secondo l’istituto, “potrebbe aver concluso di aver sufficientemente separato Prigozhin da Wagner e di poterlo uccidere senza trasformarlo in un martire per il restante personale di Wagner. Alcuni comandanti della Wagner recentemente sembravano tradire il Gruppo unendosi a formazioni militari vicine al Ministero della Difesa russo, suggerendo che gli sforzi del Cremlino e del Ministero della Difesa russo per separare gli elementi di Wagner da quelli fedeli a Prigozhin stavano parzialmente avendo successo’’. Inoltre, “l’aumento delle segnalazioni sui problemi finanziari della Wagner e le segnalazioni di personale che lasciano il gruppo a causa della diminuzione dei pagamenti e delle opportunità di schieramento potrebbero aver portato Prigozhin a perdere il favore tra i ranghi di Wagner”.

Il futuro del Gruppo Wagner e le reazioni

Al momento dal Cremlino non commentano l’accaduto. Dal canto suo il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky si è affrettato a dire: “Noi non c’entriamo niente. Non abbiamo niente a che fare con questo. Tutti sanno chi è il responsabile”, alludendo al Cremlino. “Solo la propaganda russa può ipotizzare la probabilità che in questo caso possa verificarsi un incidente fortuito. È chiaro che si tratta di un atto terroristico deliberato”, ha aggiunto Andriy Yusov, dell’intelligence militare ucraina. ’’I russi – ha continuato Yusov – si mangiano tra di loro, cotti in vario modo, alcuni a fuoco lento, altri fritti rapidamente, o crudi, o semplicemente con il sale”.

Anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha detto che ‘non accade molto in Russia senza che ci sia dietro Putin’’. La Francia ha parlato di “ragionevoli dubbi” sulle “condizioni” dell’incidente aereo, mentre sono state queste le parole della ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock: “Conosciamo questo schema nella Russia di Putin: morti, suicidi dubbi, cadute dalle finestre, tutto ciò che rimane non chiarito, che sottolinea un sistema di potere dittatoriale costruito sulla violenza”.

Secondo la Commissione Europea, così come dichiarato da dei portavoce, “nulla di ciò che arriva dalla Russia in questi giorni è credibile. Abbiamo visto i report sull’incidente aereo ma come molte altre cose che riguardano la Russia, per noi è molto difficile verificarle e non spetta a noi commentarle. Conseguenze in scenari come Bielorussi e Africa? Al momento sono speculazioni”.

E il gruppo Wagner? Il futuro della milizia è incerto. Tra le ipotesi, è che il gruppo armato venga assorbito nelle forze regolari dell’esercito russo, come peraltro Putin aveva già fatto intendere. Non è escluso nemmeno il suo scioglimento. Nel frattempo è arrivata la notizia che in Bielorussia, dove molti paramilitari e mercenari – Prigozhin compreso – erano finiti dopo il 24 giugno a seguito di un accordo con il presidente Lukashenko è in corso di smantellamento. In proposito si è espresso anche il premier polacco Mateusz Morawiecki: “Il gruppo Wagner passa sotto la guida di Putin. Ora ognuno risponda da solo alla domanda se la minaccia sarà maggiore o minore. Per me questa è una domanda retorica”. Intanto sul canale Telegram di Wagner è comparso questo messaggio: “Fratelli! Al momento stiamo aspettando informazioni dai nostri comandanti. Non c’è bisogno di trarre conclusioni affrettate! Ora siamo tutti in preda alle emozioni, ma dobbiamo controllarci. Non fate stupidaggini”.

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