Gli ultimi sono i sette della ong World Central Kitchen che il primo aprile hanno perso la vita in un attacco delle forze di difesa israeliane. Ma a Gaza sarebbero già oltre 200 (196 fino al 20 marzo), secondo l’alto funzionario delle Nazioni Unite per il coordinamento degli aiuti umanitari a Gaza, Jamie Mc Goldrick, gli operatori umanitari uccisi dall’ottobre 2023. L’effetto potrebbe essere che altre Ong desistano dal prestare la propria opera nella zona.

Gli operatori umanitari uccisi lunedì erano occupati nella distribuzione di aiuti alimentari quando un drone israeliano con tre razzi avrebbe colpito i mezzi a bordo dei quali lasciavano il deposito di Deir Al-Balah.

A dare la notizia martedì su X è stato lo chef ispano-americano Josè Andrés, fondatore della ong World Central Kitchen: “Il mio cuore è spezzato. Abbiamo perso molti dei nostri fratelli e sorelle in un attacco aereo dell’Idf a Gaza. Il governo israeliano deve smettere di uccidere civili e operatori umanitari e smettere di usare il cibo come arma”.

Le vittime “provenivano da Australia, Polonia, Regno Unito, un cittadino con doppia nazionalità americana e canadese, e un palestinese”, ha fatto sapere la Ong. Secondo Cnn, tra le vittime c’è anche un autista e traduttore palestinese che lavorava con la World Central Kitchen.

La World Central Kitchen ha specificato sul proprio sito: la nostra squadra stava viaggiando in “una zona senza scontri, a bordo di due auto blindate marchiate con il logo WCK e, nonostante il coordinamento dei movimenti con l’Idf, il convoglio è stato colpito mentre lasciava il magazzino dove la squadra aveva scaricato più di 100 tonnellate di aiuti alimentari umanitari portati a Gaza lungo la rotta marittima”.

Il sito wck.org non va più, è in tilt. Su X l’annuncio delle perdite.

L’ammissione di Netanyahu

“È stato un tragico caso in cui le nostre forze hanno colpito senza intenzione gente innocente nella Striscia”, con queste parole il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato del raid aereo dell’esercito israeliano che ha provocato l’uccisione dei sette operatori dell’ong World Central Kitchen a Gaza.
“Apriremo un’indagine – ha rassicurato Nethanyau – siamo in contatto con i governi coinvolti e faremo di tutto per assicurare che questo non accada più”.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Hareetz, l’attacco sarebbe stato motivato dalla sospetta presenza di un terrorista armato nel convoglio umanitario.

Sconcerto della Casa Bianca

Su X Adrienne Watson, portavoce NSC, ha commentato: “Gli operatori umanitari devono essere protetti mentre consegnano aiuti di cui c’è un disperato bisogno, esortiamo Israele ad indagare rapidamente sull’accaduto”.

Anche il Regno Unito, tramite il Foreign Office, ha chiesto alle autorità israeliane di fornire con urgenza dettagli sulla morte dei sette operatori ed in particolare sul decesso del cittadino britannico coinvolto. Secondo quanto riportato dal Guardian, il governo australiano ha definito l’attacco come “completamente inaccettabile” e ha chiesto ad Israele che venga assicurata piena trasparenza e assunzione di responsabilità rispetto all’accaduto

La Commissione Ue: subito “un’indagine approfondita”

“Gli operatori umanitari devono essere sempre protetti, in linea con il diritto umanitario internazionale”, così scrive l’esecutivo Ue su X. “Condanno l’attacco e sollecito un’indagine. Nonostante le richieste di protezione di civili e operatori umanitari, assistiamo a nuove vittime innocenti”, ha dichiarato Joseph Borrell, invocando l’immediata attuazione della risoluzione Onu per “un cessate il fuoco immediato, il pieno accesso umanitario ed una protezione rafforzata dei civili”.

Tajani su X: “Israele faccia chiarezza”

“Esprimo cordoglio alle famiglie degli operatori di WCKitchen che hanno perso la vita a Gaza. Chiediamo anche noi a Israele di fare chiarezza: rispetto del diritto umanitario e tutela civili sono prioritari. Il Governo continua a lavorare per cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi”, così su X il vicepremier e ministro degli Esteri in Italia, Antonio Tajani.

La tensione in Medio Oriente a livelli preoccupanti dopo gli ultimi eventi

L’attacco israeliano a Damasco, in Siria, che ha provocato la distruzione di un edificio del consolato iraniano e l’uccisione di diversi pasdaran – tra cui il generale Mohammad Reza Zahedi ed il suo vice – unitamente alle manifestazioni in Israele, davanti alla Knesset di Gerusalemme, a Caesarea vicino alla residenza privata del premier israeliano ed a Tel Aviv, fanno salire alle stelle la tensione ad Israele.

Quello di Gerusalemme, in particolare, è il primo maxi raduno a seguito della sospensione di questo genere di iniziative dopo il massacro di Hamas.
Dallo scorso 31 marzo migliaia di persone sarebbero radunate davanti alla Knesset.
Dopo mesi di silenzio, intervallati soltanto dalle manifestazioni dei familiari ancora prigionieri di Hamas, la società civile è tornata a mobilitarsi: ultraortodossi, pacifisti, sfollati dei kibbutz del sud e del nord e parenti degli ostaggi hanno sfilato dinanzi al Parlamento a Gerusalemme invocando le dimissioni del premier Benjamin Netanyahu e nuove elezioni.
Immediata la replica del Primo Ministro israeliano, che in un intervento televisivo ha escluso la possibilità delle sue dimissioni: “Le nuove elezioni – ha detto – bloccherebbero il Paese per mesi e questo renderebbe più complicato portare avanti le trattative anche per quanto riguarda gli ostaggi di Hamas”.

A Gaza, intanto, il ministero della Sanità gestito da Hamas ha dichiarato che oltre 30.000 persone sarebbero state uccise nel territorio da ottobre 2023.
Più di 75.000 sarebbero invece i feriti nella Striscia, dove la situazione è sempre più critica: il timore è che l’attacco di lunedì possa avere ripercussioni sulle iniziative umanitarie, tanto fondamentali per il territorio, dove si combatte ogni giorno la carestia.

Oscar Camps, fondatore della ong Open Arms che partecipa insieme a World Centralt Kitchen alla missione sulla Striscia di Gaza, ha commentato così la tragica perdita di lunedì di sette operatori umanitari: “Siamo qui perché soffrivamo per la morte dei civili a Gaza, ora anche per il vuoto irreparabile che lascia la perdita dei nostri compagni della squadra del World Central Kitchen. Una tragedia, poiché i lavoratori per gli aiuti umanitari e i civili non dovrebbero mai essere obiettivo” di attacchi.

World Central Kitchen ed American Near East Refugee Aid (Anera), hanno già annunciato, intanto, la sospensione delle proprie operazioni sulla Striscia:
“È un attacco a tutte le organizzazioni umanitarie“, ha dichiarato la Ceo WCK, Erin Gore.

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