Fonte foto: twitter

Il sistema frenante creava problemi da circa un mese e per evitare che la funivia si bloccasse era stato inserito un forchettone su un freno di emergenza. Questa l’anomalia riscontrata dagli investigatori nel corso degli accertamenti sull’impianto di Stresa dove domenica scorsa il crollo di una cabina ha determinato la morte di 14 persone, tra cui due minori. Per impedire alla funivia di bloccarsi sarebbe stato adottato un rimedio che, secondo gli inquirenti, si è rivelato fatale.

Il forchettone teneva distanti le ganasce dei freni che avrebbero dovuto bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainante. “La cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso”, sono le dichiarazioni riportate dall’Ansa del procuratore di Verbania, Olimpia Bossi. “È stata una omissione consapevole – ha poi aggiunto – per evitare disservizi e blocchi della funivia”.

Dopo un giornata e una nottata di interrogatori, i carabinieri della compagnia di Verbania hanno eseguito un fermo di pm emesso nei confronti di tre persone: con le accuse di omicidio colposo e di rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, sono stati arrestati il proprietario della Ferrovie del Mottarone, il 56enne Luigi Nerini, il direttore dell’esercizio, Enrico Perocchio, e il capo servizio Gabriele Tadini.

“Questa volta sappiamo che la tragedia si poteva evitare”, ha commentato la sindaca di Stresa, Marcella Severino, che oggi si è recata presso l’ospedale di Torino dove è ricoverato l’unico sopravvissuto della tragedia sul Mottarone, un bambino di 5 anni, il piccolo Eitan, che nell’incidente di domenica ha perso la mamma, il papà e il fratellino di 2 anni.

La funivia era dotata di due freni di emergenza. Proseguono le indagini dei carabinieri per chiarire perché non ha funzionato un secondo freno di emergenza, se anche in quel caso era stato applicato un forchettone, e per stabilire le cause che hanno portato alla rottura del cavo trainante che ha determinato la caduta della cabina.

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