Racconto lungo pubblicato nel 1889, “Sonata a Kreutzer” di Lev Tolstoj non è la storia di un adulterio, bensì un vero e proprio testo pedagogico. Di fatti non è sufficiente riassumere il libro dicendo che “Liza, moglie di Pozdnysev (il protagonista), si innamora del giovane violinista Truchacevskij, col quale si incontra per eseguire la beethoveniana sonata a Kreutzer, finendo con il tradire il marito”. Come non è sufficiente dire che alla fine del
racconto Lisa perde la vita per mano di Pozdnysev.

In “Sonata a Kreuntzer”, bisogna dire che l’autore indica ai lettori quali sono i principi su cui
modellare la concreta prassi educativa. Ancora una volta, attraverso l’espediente letterario, Lev Nikolaevic Tolstoj compie una vera e propria impresa titanica: per mezzo di dialoghi, descrizioni e racconti, egli non solo rappresenta i valori di una società decadente e malata, ma al contempo mostra al pubblico i problemi relativi all’educazione e alla formazione dell’uomo.

In un poscritto alla Sonata di Kreutzer, lo stesso Tolstoj afferma che il decadimento morale della società è riconducibile ad almeno tre cause principali. Egli afferma in primo luogo che “nella nostra società si è andata saldamente radicandosi la convinzione che il carnale congiungimento è cosa di gran necessità per la salute, e che, non essendo sempre possibile il matrimonio, i rapporti sessuali fuori del matrimonio, son cosa de tutto normale”; in secondo luogo che l’opinione collettiva non ha mai subito un vero e proprio cambiamento a proposito dell’amore carnale, e da ciò ne deriva che la “mancanza di fede tra coniugi” è una cosa abituale e socialmente perdonabile; in terzo luogo che “la principale cura che occupa i genitori non è già quella di preparare i figli a compiere azioni degne di uomini, ma a dar loro molto da mangiare, a farli venir su belli e robusti, a tenerli puliti puliti, bianchi, satolli, a fare insomma dei bei ragazzi”.

Da queste fondamentali premesse prende forma la figura del personaggio protagonista, Pozdysev, un uomo dissoluto che prima di conoscere la sua sposa “si attribuiva a merito la capacità di sapersi liberare dei rapporti morali verso la donna con la quale era stato carnalmente congiunto”, un uomo a cui, sin dalla tenera età, era stato insegnato che andare a prostitute era “cosa buona e giusta”, “un gran porco che, nel momento del matrimonio, ha creduto di essere un angelo capace di prestar fede ai sacri vincoli del matrimonio”.

Così, l’amore di Pozdysev per Lisa è un amore che non ha nulla di spirituale, non vi è unione di anime. Di quanto appena affermato ne è la prova il fatto che ad un certo punto del racconto, lo stesso protagonista, parlando del suo rapporto con la moglie, afferma: “quando eravamo soli (io e Lisa), parlare ci era terribilmente difficile […] Tanto che quello che c’interessava non si poteva mica risolvere a parole!”.

Ma anche la stessa Lisa è raffigurata come una donna in qualche modo “corrotta”. Ella, priva del diritto di godere a suo piacimento delle relazioni con un uomo, del diritto di cessare una relazione con un uomo quando lo voglia, o di scegliere lei stessa lo sposo anziché essere scelta, “indossa i jerseys, gli abiti attillati, scollacciati, le braccia nude e mette i seni in mostra” per rivalersi sulla mancanza di suoi diritti e per ostentare il suo potere sugli uomini.

A causa di questa superficialità dei rapporti tra Lisa e Pozdysev i due precipitano a rotta di collo in un abisso senza possibilità di salvezza, e Truchacevskij, il violinista, non è altro che il prodotto di una relazione tossica che necessita di una panacea per il problema coniugale. Alla fine del racconto, assistendo ad un femminicidio, non resta altro che da chiedersi “come può l’umanità deviare da tale percorso intriso di odio e violenza?”.

In questo Tolstoj ci offre un’accurata riflessione. Egli dice: “Come vi sono due metodi per indicare la strada a quelli che la cercano, vi sono due metodi di guida morale per l’uomo che cerca la verità: il primo metodo, di guida morale, è quello dell’osservazione delle regole esteriori: vengono impartiti all’uomo precetti su ciò che si deve fare o non fare (osservare le feste, non rubare non bere alcolici); il secondo metodo addita all’uomo la perfezione che mai potrà conseguire, ma alla quale perfezione coscientemente sente di aspirare, addita all’uomo un ideale. É dunque la mancanza di ideali (cristiani) e l’aspirazione alla perfezione che hanno reso impossibile il progredire degli uomini, e di conseguenza, impossibile la vita. Per l’autore è di fondamentale importanza rifuggire dall’amore carnale e dall’istituzione del matrimonio, che altro non è che servire sé stessi, per abbracciare l’ideale di amore e servire (Iddio) ed il prossimo.

La trama

È primavera e, su un treno in viaggio da due giorni, un uomo (la voce narrante, sconosciuta per tutto il racconto) assiste ad un conversazione accesa tra alcuni passeggeri. Il tema principale del dibattito è il matrimonio, nonché la condizione della donna. Ad un certo punto tra i passeggeri salta fuori la storia di uno scandalo “che è capitato a un bravo giovane”, che altri non è che Pozdnysev, che in quel momento se ne sta seduto in disparte ad ascoltare. Una volta solo nello scompartimento con lo sconosciuto narratore, Pozdysev si avvicina a lui ed incomincia ad intavolare una conversazione. Iniziando dal principio, Pozdysev racconta la ragione per cui si sposò, dopodiché svela i sospetti che nutre nei confronti della moglie, che è intenta a suonare il pianoforte con un virtuoso violinista.

L’apice dei sospetti viene raggiunto quando la moglie ed il violinista suonano assieme la Sonata a Kreutzer di Ludwig Van Beethoven. Tuttavia a Pozdysev rimane il beneficio del dubbio. Di lì a poco Pozdysev, per ragioni lavorative, si assenterà di casa ed una lettera della moglie ricevuta due giorni dopo instilla in lui di nuovo il dubbio. Così Podznysev decide di tornare a casa in fretta e furia, di notte. Egli trova il violinista a casa con la
moglie, e così, afferrando un coltello, si scaglia sulla moglie e la colpisce al fianco, sotto al seno. Poco prima della morte di Lisa, Pozdysev viene portato alla sezione di polizia, poi in prigione, dove avrà la possibilità di incominciare a ragionare sul suo gesto. Il racconto si conclude con un dubbio sull’effettivo tradimento della moglie.

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