Con i social network e le applicazioni di messaggistica istantanea si è diffuso il fenomeno del revenge porn, che consiste nella sottrazione illecita o nella realizzazione di contenuti sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate. Il revenge porn è considerato reato penale dal 2019, ossia da quando è stata introdotta la legge generalmente denominata “Codice rosso” in cui è stato inserito. I casi di revenge porn però, anche dopo l’entrata in vigore della norma, continuano ad essere numerosi.
Il legislatore nel disciplinare il reato ha preso in considerazione anche il caso in cui il materiale dal contenuto sessualmente esplicito sia stato diffuso sulla base di un’errata interpretazione del consenso da parte della persona offesa. In tale circostanza entrerà in gioco il delicato compito del Giudice di merito di valutare i casi in cui, secondo comune esperienza e in base all’atteggiamento concreto, il soggetto agente possa essere scusato per aver fatto erroneo affidamento su un consenso mai prestato dalla persona offesa.
Cos’è il sexting
Per sexting si intende quella pratica consistente nello scambio di messaggi sessualmente espliciti, con foto o video che mostrano nudità od atti di autoerotismo che, seppure inizialmente limitati ad una stretta cerchia di persone, rischiano di essere diffuse in rete con grave danno per la riservatezza della persona ritratta. Anche in questo caso è ravvisabile una responsabilità di carattere penale, che viene estesa ai cosiddetti “secondi distributori”, ossia a coloro che non contribuiscono alla realizzazione dei contenuti osceni, ma si limitano all’ acquisizione ed alla successiva diffusione in danno della persona offesa, ossia con il fine specifico di arrecargli nocumento. Chiunque può denunciare: per questa tipologia di reato la procedibilità è per querela, tranne nei casi in cui il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio.
Quando le vittime sono i minori
Qualora il materiale scambiato coinvolga minori, e venga realizzato direttamente dal soggetto agente, ovvero per finalità di commercio, verrà integrata la fattispecie di pornografia minorile. E’ stata introdotta all’inizio di ottobre una importante novità per le vittime minorenni di revenge porn: il Consiglio dei ministri ha inserito nel Codice della privacy un articolo che dà la possibilità ai minori e alle famiglie di segnalare al Garante privacy la diffusione senza il loro consenso di proprie immagini sessualmente esplicite. Il Garante, entro quarantotto ore dal ricevimento della richiesta, dovrà provvedere per assicurare una tutela immediata ed urgente alle presunte vittime della rete.
Gli effetti sulle vittime di revenge porn
Per quanto la persona possa essere stata consenziente circa la produzione di materiale hard, in genere non lo è circa la divulgazione, anzi in molte relazioni viene imposta la clausola della successiva distruzione a tali prodotti da molte partner. E’ facilmente immaginabile quanto possa essere devastante che fatti privati divengano di dominio pubblico, che il pubblico sia infinito e che praticamente rimarrà per sempre una traccia nel web. Molti casi di cronaca ci testimoniano di vite spezzate a causa dell’impatto provocato da un atto così empio. Per quanto si possa agire con un lavoro psicologico dover convivere col fatto che persone a te sconosciute ti hanno visto in momenti di intimità e che prima o poi potrebbe venire fuori nuovamente una tua foto o un video non è assolutamente facile. Possiamo parlare di un disturbo post traumatico da stress, lo stato di allerta e lo stress è continuo. In molti sviluppano dipendenza da internet o disturbi ossessivi per la ricerca continua e il monitoraggio di internet alla ricerca di proprio materiale. Possibile anche l’instaurarsi di paranoie, ideazione prevalente. Si tratta di ricostruire la propria identità che è stata violata difendendosi di continuo da chi crede di poter essere autorizzato a qualsiasi commento o comportamento. Purtroppo la nostra società è propensa più ad stigmatizzare che ad essere solidale. E’ molto importante proteggersi limitando tali pratiche e mantenendo il pieno controllo sul materiale prodotto. Tra i giovanissimi è essenziale intervenire con programmi di prevenzione, data la portata devastante di tali pratiche in relazione al potere di diffusione di internet e in particolare dei social.
*Approfondimento dell’avvocato Giovanna Russo per la rubrica “Appuntamento con il legale”
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