Fonte foto: Palazzo Chigi (Facebook)

Il G20 di Roma si è concluso con l’impegno dei leader dei Paesi più ricchi del mondo a limitare il riscaldamento globale. Ma nel comunicato ufficiale che è stato pubblicato non si specifica alcun termine entro il quale raggiungere l’obiettivo dello zero netto, ossia della riduzione delle emissioni di gas serra fino al livello in cui l’atmosfera assorbe la stessa quantità di emissioni prodotte da ciascun Paese. Secondo gli scienziati questo obiettivo dovrebbe essere perseguito entro il 2050, termine che è stato riferito dal premier italiano Mario Draghi nel corso della conferenza stampa che ha chiuso il vertice romano.

Di fatto, quindi, sul clima non è stato assunto un impegno concreto. Dopo i risultati ottenuti nella prima giornata del G20 con l’approvazione della tassa minima globale e gli impegni presi sui vaccini, sul clima si è ottenuto ben poco. I negoziati proseguiranno a Glasgow nei prossimi giorni alla Cop26, la conferenza delle Nazioni unite sul clima.

“La crisi climatica è il problema decisivo dei nostri tempi, mette a rischio il nostro futuro. Ci troviamo di fronte a una scelta semplice: agire ora o pentircene in seguito”, aveva detto Draghi ai leader presenti durante la seconda sessione “Climate Change and Environment”.  Il capo del governo italiano ha invitato a restare uniti e ha sottolineato che le decisioni che saranno prese nel corso del G20 avranno un “impatto diretto sul successo del vertice di Glasgow e sulla nostra capacità di affrontare la crisi climatica”. “La COP26 – ha concluso Draghi – deve segnare l’inizio di una campagna permanente. Ogni anno dovremmo chiederci se abbiamo fatto abbastanza per cambiare rotta. E se le generazioni future ci guarderanno con gratitudine o risentimento”.

La seconda e ultima giornata del G20 di Roma era cominciata con la passeggiata nel centro storico dei leader dei Paesi partecipanti al vertice. Poi sono iniziati i lavori articolati in tre sessioni, in cui si è parlato di cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile.

All’esterno, nel frattempo, anche oggi non sono mancate le manifestazioni di protesta: attivisti del Climate Camp si sono prima incatenati ai cancelli del Foro di Traiano, poi hanno bloccato via IV Novembre. Ieri si erano schierati in via Cristoforo Colombo dove erano rimasti fino allo sgombero eseguito dalla polizia.

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