I lavoratori della Whirlpool di Napoli ancora una volta escono a mani vuote dal Mise. L’azienda sta inviando le lettere di licenziamento e il governo non ha ancora chiarito quando partirà il progetto di reindustrializzazione del sito napoletano e se coinvolgerà tutti i 327 lavoratori messi fuori dalla multinazionale americana.

All’incontro che si è svolto ieri a Roma, presso il ministero dello Sviluppo Economico, si doveva discutere di come affrontare la transizione dei lavoratori verso il nuovo consorzio che dovrebbe avviare la reindustrializzazione dello stabilimento di via Argine. Ma non è arrivata alcuna risposta. I sindacati hanno, quindi, deciso di non lasciare il tavolo e hanno passato la notte al Mise.

“Nascondendosi dietro alla mancata disponibilità di Whirlpool a concedere la cessione degli
asset è emerso che il progetto presentato dal governo per reindustrializzare il sito partenopeo non sarebbe in grado di partire il 15 dicembre, ma addirittura non prima di giugno 2022 e, inoltre, non garantirebbe da subito la presa in carico di tutti i 327 lavoratori di Napoli”, ha rivelato la Fim-Cisl della Campania. “È chiaro – ha commentato l’organizzazione sindacale – che l’atteggiamento del governo si pone al pari di quello della multinazionale americana, rimangiando si impegni verbalizzati al Mise, ed è per questo che riteniamo non più rinviabile un incontro con i due ministri Orlando e Giorgetti, affinché il governo riassuma la sua autorevolezza e rispetto gli impegni assunti per salvare i 327 posti di lavoro”.

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