Fonte foto: pixabay

È partita dall’Africa meridionale la variante del Covid19 che ora tiene il mondo in allerta. Variante Omicron, è stata nominata. È partita dallo stesso lato del globo da dove da tempo si chiede ai Paesi che producono vaccini un aiuto per sopperire alle proprie carenze.

Un grido d’allarme era stato lanciato a giugno scorso anche dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Ma nel frattempo un nuova mutazione del virus si è diffusa dal Sudafrica e ora minaccia la salute mondiale.

Al 24 novembre il 42,16% della popolazione mondiale risultava vaccinata: L’Europa al 57,29%, gli Usa al 57,83%, l’Italia all’85% e l’Africa al 7,02%. “Il nazionalismo dei vaccini è in aumento – sostiene Amref -, ed è un fenomeno pericoloso. I Paesi coinvolti nello sviluppo e nella produzione di nuove terapie e vaccini anti Covid19 stanno dando priorità alle loro popolazioni e l’idea che le popolazioni più a rischio, nei Paesi a basso e medio reddito, possano essere private di questo prodotto salvavita, preoccupa moltissimo la comunità scientifica”.

Eppure da un sondaggio condotto dall’Africa Centers for Disease Control and Prevention (Africa CDC), in collaborazione con la London School of Hygiene & Tropical Medicine e Orb international, emerge che otto africani su 10 sono disposti a farsi iniettare il vaccino contro il Covid19 qualora diventasse pubblicamente disponibile e ritenuto sicuro ed efficace. L’indagine è stata effettuata su 15mila persone maggiorenni nelle aree urbane e rurali di 15 Paesi africani.

Il gruppo di esperti dell’Oms che si occupa di monitorare l’evoluzione del Sars Cov2 si è riunito venerdì per valutare la variante B.1.1.529 (Omicron), segnalata per la prima volta il 24 novembre scorso all’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di questioni sanitarie.

Secondo quanto comunica l’Oms, la prima infezione da Omicron è stata rilevata su un campione raccolto il 9 novembre. L’organizzazione riferisce che questa variante “ha un gran numero di mutazioni, alcune delle quali preoccupanti”.

Perché Omicron preoccupa? “Prove preliminari suggeriscono un aumento del rischio di reinfezione con questa variante, rispetto ad altri COV”, afferma l’Oms, che rivela: “Questa variante è stata rilevata a velocità più elevate rispetto ai precedenti picchi di infezione, suggerendo che potrebbe avere un vantaggio di crescita”.

Dall’Africa meridionale Omicron è arrivata in Europa dove negli ultimi giorni sono stati scoperti diversi casi di persone contagiate con la nuova variante. Diversi Paesi si sono affrettati a bloccare gli ingressi ai soggetti provenienti dai paesi africani dove Omicron risulta maggiormente diffusa.

In Italia il ministro della Salute nei giorni scorsi ha firmato un’ordinanza che vieta l’ingresso a chi negli ultimi 14 giorni è stato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini e Malawi. “I nostri scienziati sono al lavoro per studiare la nuova variante B.1.1.529. Nel frattempo seguiamo la strada della massima precauzione”, ha dichiarato Speranza.

Intanto il primo caso di contagiato con variante omicron è stato accertato all’ospedale Sacco di Milano su un paziente della Campania proveniente dal Mozambico. “Il paziente e i suoi contatti familiari sono in buone condizioni di salute”, ha comunicato l’Istituto superiore di sanità.

L’Iss in una nota divulgata ieri ha spiegato che “nell’ambito delle attività di sequenziamento genomico SARS-CoV-2 della rete coordinata dall’ISS è stata identificata una sequenza nella piattaforma ICoGen riconducibile a quella nota ora come variant of concern (VOC) e definita da OMS come ‘omicron’. Il campione è in fase di ulteriore conferma per avere l’assegnazione definitiva del lignaggio che per questa VOC è il B.1.1.529”.

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