Fonte foto: screenshot video

Alla fine di una giornata di caos i militari in un messaggio letto alla televisione nazionale hanno annunciato il colpo di Stato. In Burkina Faso l’esercito è ora al comando del Paese. Nei comunicati letti ieri in diretta televisiva, i soldati del Movimento patriottico per la salvaguardia e la restaurazione (MPSR), guidati dal tenente colonnello Paul Henri Damiba, hanno dichiarato la sospensione della Costituzione, lo scioglimento del governo e dell’Assemblea nazionale, la chiusura delle frontiere terrestri e aeree fino a nuovo ordine e il coprifuoco dalle 21 alle 5 su tutto il territorio nazionale.

Il colpo di stato è iniziato domenica, quando i ribelli hanno preso il controllo della caserma militare Lamizana Sangoule, a Ouagadougou. Nella capitale si sono uditi spari e ci sono state proteste contro il governo.


Il presidente del Burkina Faso, Roch Marc Christian Kaboré, al potere dal 2015, è stato arrestato e imprigionato in un campo militare, dove sarebbero detenuti anche il presidente del Parlamento, Alassane Bala Sakandé, e alcuni ministri.

I militari hanno preso il potere a fronte – hanno riferito alla nazione – “del deterioramento continuo delle condizioni di sicurezza, che minaccia le basi stesse della nostra nazione” e “dell’incapacità manifesta del presidente Kaboré a unire i burkinabé per far fronte efficacemente alla situazione”. Vogliono più risorse, sia economiche che umane, per poter affrontare i terroristi islamici che dal 2015 minacciano la sicurezza in Burkina Faso, e un cambio dei vertici militari. Sono migliaia le persone uccise dagli estremisti (soldati e civili) e oltre 1 milione quelle che sono state sfollate. Il golpe – precisa Damiba – è stato eseguito “senza spargimento di sangue e senza alcuna violenza fisica sulle persone arrestate, che sono detenute nel rispetto della loro dignità”.

I Paesi del Cedeao (la comunità economica dell’Africa occidentale) hanno chiesto ai militari di “ritornare nelle caserme, di mantenere un atteggiamento repubblicano e di privilegiare il dialogo con le autorità per risolvere i problemi”.

Nell’Africa Occidentale, il Burkina Faso è solo l’ultimo dei Paesi dove si è avuto un colpo di Stato negli ultimi due anni: a settembre era successo in Guinea Conakry, nel 2020 in Mali. Nella zona orientale, invece, a ottobre scorso i militari si sono messi al comando del Sudan.

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