Sotto scorta per aver contrastato negli anni delinquenti, parcheggiatori abusivi, famiglie di criminali e boss. Un cambiamento radicale di vita, conseguenza delle proprie battaglie, non da tutti condivise anzitutto nel metodo. Francesco Emilio Borrelli, attuale deputato di Europa Verde, gruppo politico in Parlamento unito con Sinistra Italiana, da venerdì scorso è seguito a ogni spostamento da due poliziotti che l’accompagnano ovunque. “È incredibile che un esponente politico debba avere la scorta perché conduce battaglie e inoltra delle denunce contro la criminalità e la delinquenza – afferma Borrelli – Non stiamo parlando di un presidente di Regione, di un presidente di Provincia, di un sindaco, di un assessore quanto di un esponente politico che non gestisce potere ma fa battaglie che portano dei risultati, cosa che dovrebbe fare qualsiasi politico che svolge correttamente il proprio lavoro”.

Il profilo politico

Prima di leggere le parole di Borrelli, facciamo un passo indietro, per ricostruire almeno parte del percorso dell’attuale deputato. Francesco Emilio Borrelli ha una lunga militanza nei Verdi. Iscritto all’Albo dei Giornalisti della Campania, è consigliere del presidente della Commissione Agricoltura della Camera Alfonso Pecorario Scanio tra il 1999 e il 2000 e consigliere particolare dello stesso Pecorario Scanio quando era al Ministero dell’Agricoltura nel 2000-2001. È assessore della Provincia di Napoli (ora Città Metropolitana) ai Parchi e alla Protezione Civile tra il 2004 e il 2009 e, tra il 2012 al 2015, assessore all’Ambiente e al Commercio nel Comune di San Giorgio a Cremano. Proprio nel 2015 è eletto in consiglio regionale con Europa Verde nella maggioranza del governatore Vincenzo De Luca, risultando rieletto nel 2020 sempre a sostegno del presidente della Regione in carica. Nel 2022 è eletto alla Camera dei Deputati e dovrà lasciare il suo scranno in consiglio regionale per incompatibilità dei ruoli.

Le battaglie

Negli anni Borrelli ha condotto una pesante campagna contro i parcheggiatori abusivi di Napoli, nonché di altre città della cintura metropolitana e della Campania. Celebri le sue dirette Facebook in cui battibecca con loro, contrasti che in alcuni casi l’hanno portato a essere picchiato e ferito, con annessi ricoveri in ospedale. Un modo di fare che non piace ai suoi detrattori, che anzi ipotizzano che tale modalità possa essere utilizzata di proposito dal deputato per cercare lo scontro e anche l’aggressione, fare la vittima e acquisire consenso. Accuse però sempre spedite al mittente da Borrelli.

Tra gli episodi più eclatanti con protagonista l’esponente di Europa Verde, il pestaggio subìto nel 2020 all’esterno dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli da parte di donne e uomini riportando la frattura del setto nasale. All’interno del nosocomio, come risultato da indagini di forze dell’ordine e magistratura, addirittura si tenevano summit dei clan facente parte dell’Alleanza di Secondigliano (formata dai gruppi Contini, Licciardi e Mallardo) mentre fuori i parcheggiatori abusivi la facevano da padrona prima di essere spodestati a seguito di un intervento di ripristino della legalità. In quel frangente Francesco Emilio Borrelli fu selvaggiamente picchiato: addirittura un uomo, ora indagato insieme ad altre persone, tentò di girargli la testa.

Celebri anche gli scontri in tv e sui media con il cantante neomelodico, di origini siciliane ma da tanti anni a Napoli, Tony Colombo e sua moglie, Tina Rispoli, precedentemente legata a Gaetano Marino, appartenente all’omonimo clan di Secondigliano prima alleato dei Di Lauro e poi protagonista con loro della guerra di camorra nella faida del 2004-2005 con gli “Scissionisti’’ che fece nell’area a Nord di Napoli oltre 100 morti. Borrelli ha sempre contestato alla coppia presunti odierni legami criminali.

Borrelli ha contestato anche la realizzazione ai Quartieri Spagnoli di Napoli del murale dedicato a Ugo Russo, l’adolescente morto tra il 29 febbraio e il 1 marzo 2020 perché colpito dai proiettili da un carabiniere fuori servizio nel tentativo del giovane Ugo di sottrarre il rolex al militare dell’Arma a Santa Lucia, a pochi passi dal palazzo della Regione Campania e del Lungomare di Napoli.  Di recente, la Procura di Napoli, dopo le analisi balistiche, è arrivato a indagare il carabiniere per omicidio volontario perché il secondo colpo esploso, quello fatale (il primo lo colpì alla schiena), si conficcò in testa mentre Ugo Russo era già in fuga. Ai Quartieri Spagnoli, sulla facciata di un palazzo privato, campeggia il volto di Ugo Russo e la scritta “Verità e giustizia’’.

Borrelli, dal canto suo, si è sempre mostrato indignato per la realizzazione del murale, trovando il contrasto della famiglia del 15enne Ugo e del comitato “Verità e giustizia per Ugo Russo’’. Tra le ultime battaglie condotte dal deputato di Europa Verde quelle per lo sgombero di un palazzo di via Egeziaca a Pizzofalcone, località di Napoli alle spalle di piazza del Plebiscito e via Chiaia, zone più in della città, abitato in parte da famiglie ritenute essere vicine a gruppi criminali di Napoli centro.

Borrelli investito da uno scooter

Lo scorso 11 novembre Borrelli ha denunciato di essere stato investito da un grosso scooter nei pressi della propria abitazione mentre si accingeva, di sera, a rientrare. Le indagini hanno permesso di individuare un uomo, ritenuto responsabile del fatto. Resta da capire se questa persona sia davvero l’autrice dell’investimento e se quanto accaduto sia riconducibile alle denunce dell’occupazione abusiva del palazzo di via Egeziaca Pizzofalcone che le autorità hanno deciso di sgomberare. Qualche giorno dopo, valutata la situazione, la Prefettura ha deciso di assegnare la scorta a Francesco Emilio Borrelli con il grado di pericolo 4, quello più basso, affidandogli due poliziotti a protezione della sua incolumità mentre i suoi cari sono stati messi sotto tutela.

“L’essere investito sotto casa – commenta Borrelli – è stata una delle esperienze più agghiaccianti della mia vita. Nei pressi della propria abitazione ci si aspetta di essere tranquilli. Io stavo aprendo il portone del garage dove parcheggio il mio scooter, ero fermo, e un soggetto mi ha speronato. Il mio scooter mi è venuto addosso, io sono caduto sbattendo sulle transenne e impalcature di un palazzo oggetto di lavori. Se non fosse stato per un tassista che per caso passava di lì, che immaginando un incidente si è prestato a prestarmi soccorso, a questo non so che storia starei raccontando”, aggiunge il deputato.

L’incolumità in pericolo, l’isolamento, il desiderio di giustizia

Sulla matrice di quel gesto, posto che le indagini della Procura di Napoli sono in corso, Borrelli al nostro giornale dice: “Sono tanti che possono avercela con me: tutti i delinquenti, gli imbroglioni, i furbetti del cartellino. Io ho in essere 60 processi contro parcheggiatori abusivi, camorristi e sono stato querelato da delinquenti, garanti dei detenuti che adesso sono in galera per spaccio di droga e famiglie di boss”. Per Francesco Emilio Borrelli, da un lato tanti applausi, complimenti sui social, sostegno. Dall’altro, insulti dei personaggi contrastati, presa di distanze e accuse di presunto sciacallaggio dall’altra.

Ora si sfoga: “Devo dire che queste battaglie spesso sento di combatterle da solo, per strada vengo insultato da delinquenti e cialtroni che si sentono liberi di fare quello che gli pare. Nel caso dell’investimento io non ho potuto riconoscere la persona ritenuta responsabile. Ma all’ospedale San Giovanni Bosco sia io che le altre persone presenti e le guardie giurate (ad una di loro hanno rotto il braccio), le persone che ci hanno aggredito sono state identificate e dopo tre ore la Polizia aveva mandato già tutta alla magistratura. Da quel momento, sono due anni e mezzo che attendo che il processo si insinui bene nel lungo fiume della giustizia”.

Il sorriso sparito

Parlare con Francesco Emilio Borrelli, in questo momento, al di là di come la si pensi sulla sua figura, significa interloquire con una persona emotivamente provata. E il diretto interessato non lo nasconde nel nostro colloquio. “Il mio stato d’animo? Quello di una persona stremata, dalle pressioni e dalle aggressioni. I miei cari che c’entrano? Io ho fatto una scelta e va bene, ma i miei affetti non hanno colpa. Faccio le mie battaglie e qualcuno dice ‘se l’è andata a cercare’ perché giustamente chi combatte per i più deboli se le è andata a cercare; non se la vanno mica a cercare i delinquenti… Si tratta di una mentalità schifosa”. Il parlamentare insiste: “Il prezzo che pago è altissimo. Lo paga anche la mia famiglia, che però non ha alcuna responsabilità. Chi è vigliacco e delinquente se la prende con i bambini, con i familiari. Questo è il modello criminale che tanti esaltano”.

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